Open Fiber tratta per 1,2 miliardi Il titolo Telecom rimbalza in Borsa
Pnrr, verifica con Bruxelles per l’emendamento di modifica sulle aree grigie Asati ( piccoli azionisti Tim) prepara una lista con otto candidati per il cda
Telecom si è concessa una giornata di rimbalzo in Borsa. Al prezzo di 22,42 centesimi il progresso è stato del 4,18%, tra scambi rientrati al 2%. C’è chi parla di quotazioni che sono una molla compressa al ribasso, considerate anche le posizioni scoperte ( sopra lo 0,5% del capitale sono sempre le stesse: Canada pension plan investment board con lo 0,5%, Qube research & technologies con lo 0,72%, BlackRock con lo 0,53% e Capital fund management con lo 0,51%). Chi dice che qualcuno ha iniziato a ricoprirsi, e ci può stare visto che a 21 centesimi si è davvero toccato il fondo. C’è anche chi guarda alla prospettiva di un rilancio su Sparkle, che potrebbe arrivare prima dell’assemblea Tim del 23 aprile. Da fonti informate risulta che il Mef sta discutendo di formulare un’offerta congiunta su Sparkle con il fondo di private equity spagnolo Asterion, che già controlla Retelit, di cui è presidente l’ex ad di Enav Roberta Neri, che è anche operating partner di Asterion.
Potrebbe aver giocato un ruolo nel rialzo delle quotazioni anche la cac
cia alle azioni in vista della presentazione delle liste: la scadenza è la mezzanotte di venerdì 29 marzo. A questo scopo ci sarebbe tempo ancora oggi per comprare, poi, considerati i giorni previsti per la liquidazione di Borsa, sarebbe troppo tardi.
Giovedì dovrebbe essere depositata la lista di Asati, l’associazione dei piccoli azionisti/ dipendenti, che schiera come capofila il suo presidente Franco Lombardi, seguito da Alberto Brandolese ( commercialista/ consulente di Arzignano) e da Maurizio Matteo Decina. In tutto, a quanto si apprende, verranno presentati otto candidati, ma - spiega la nota dell’Associazione che mira a dar voce in consiglio ai piccoli azionisti - Asati « condivide le linee generali del piano della società, che ha deciso la vendita di alcune infrastrutture di rete e prevede quella di Sparkle » , in quanto - osserva - « la cessione della rete d’accesso fissa e di una parte della rete di backhaul è necessaria per ridurre il debito » .
Non ci sono conferme, ma gira voce che Vivendi, con la sua quota del 23,75%, potrebbe sostenere una lista di suo gradimento diversa da quella presentata dal cda uscente, che per ora è l’unica a essere stata ufficialmente depositata.
Se andrà in porto la cessione della rete a Kkr - l’iter antitrust è in fase di prenotifica: il fondo Usa è impegnato a rispondere a quattro domande aggiuntive arrivate da Bruxelles - gran parte del pagamento aggiuntivo, oltre i 18,8 miliardi di enterprise value concordati, dipenderà dalla possibilità di realizzare la “rete unica” con Open Fiber. La società per la rete in fibra, partecipata per il 60% da Cdp e per il restante 40% dal fondo infrastrutturale australiano Macquarie, è in discussione con le banche per scongelare 1,2 miliardi del finanziamento da 7,2 miliardi complessivi, tirato finora per 6 miliardi. Di fatto una proroga in attesa di rinegoziare il finanziamento del nuovo piano, che dovrà essere accompagnata da un’iniezione di capitale da parte dei soci dell’ordine di 375 milioni ( c’è già una delibera per 500 milioni di aumento di capitale da quasi due anni). Per risolvere il problema delle aree grigie, dove Open Fiber è in affanno, si attende una risposta da Bruxelles - consultata dal ministero di Fitto - sulla possibilità di presentare un emendamento che consenta alla società di cablare numeri civici adiacenti, non compresi nei bandi, in cambio di unità immobiliari più difficoltose da raggiungere.