Minibond, emissioni in frenata ma c’è la chance semplificazioni
Le nuove norme e l’elasticità dell’offerta consentiranno migliori performance
del Politecnico di Milano analizza i dati del 2023 e la frenata delle emissioni ( si veda « Il Sole 24 Ore » del 16 marzo) . Il valore medio della scadenza è stato pari a 5,21 anni mentre il costo medio della raccolta è stato del 7,17% per le emissioni a tasso fisso e del 6,69% per quelle a tasso variabile.
Per quanto riguarda gli investitori che hanno sottoscritto i minibond, il 2023 ha confermato il ruolo primario - sebbene in contrazione - delle banche italiane ( hanno sottoscritto il 28% dei volumi), seguite dai fondi di private debt italiani ( stabili al 22%). Fondi stranieri e banche estere hanno incrementato in modo consistente la propria quota arrivando al 26 per cento. La Cassa depositi e prestiti ( Cdp) ha coperto il 13% dei volumi tracciati.
I minibond sono emissioni obbligazionarie effettuate da Spa o da
Srl ( titoli di debito), anche sotto forma di cambiali finanziarie, riguardanti società di capitali italiane che non appartengono all’ambito finanziario, che non sono veicoli di cartolarizzazione, per importi inferiori a 50 milioni di euro e i cui titoli non sono quotati su mercati aperti al pubblico retail.
Il rallentamento a livello di volumi del 2023 è imputabile a più fattori, fra cui il costo del denaro che si è innalzato per via della politica monetaria restrittiva da parte della Bce, la congiuntura nazionale a livello di crescita del Pil non particolarmente positiva, il fatto che in questo panorama congiunturale la domanda di investimenti delle imprese si è raffreddata e di qui anche la richiesta di finanziamenti delle imprese. Un impulso potrebbe derivare nel 2024 anche dalle semplificazioni circa le emissioni obbligazionarie previste dal Ddl capitali ( Legge 21/ 2024, in Gazzetta Ufficiale n. 60 del 12 marzo scorso).
Esiste poi la possibilità di quotare i titoli sul listino Euronext Acess Milan che è un Mtf ( multilateral trading facility) accessibile solo ad investitori professionali che prevede un documento di ammissione particolarmente semplificato. Le imprese emittenti sono in prevalenza Pmi, con una distribuzione geografica che vede in prima fila la Lombardia, seguita dal Veneto, dalla Campania e dal Lazio. Risultano essere di fondamentale importanza i basket bond perché, mettendo assieme emissioni di più imprese, consentono di creare dei ticket di valore più elevato che possono attrarre gli investitori esteri, molto restii verso tagli troppo piccoli.
Guardando alle differenti emissioni, vi sono quelle effettuate dalle banche che in questo modo accanto al classico prestito sottoscrivono il minibond emesso dall’impresa normalmente già affidata. Poi vi sono operazioni in cui invece il minibond è sottoscritto da fondi di private debt. Terza casistica sono i basket bond prima citati. Occorre notare che nel 2023 le emissioni ESG ( green bond e stainability- linked bond) hanno raccolto ben 351 milioni di euro ovvero il 32% dell’intera raccolta annuale. I minibond si scoprono dunque come strumenti validi per favorire la transizione ecologica e la sostenibilità e questo trend dovrebbe potersi ripetere anche per il 2024 e gli anni a seguire.