Decreto flussi, 330mila istanze al click day per gli stagionali
I posti in palio sono 89.050 Istanze totali a 687mila per 151mila ingressi 2024
Anche il terzo e ultimo della tornata di click day di quest’anno per l’ingresso in Italia di lavoratori extraUe, riservato agli stagionali, come da copione si è chiuso con un boom di richieste: ieri, nei primi cinque minuti dall’apertura delle istanze sul portale Servizio Ali del Dipartimento per le libertà civili e immigrazione del ministero dell’Interno, le domande presentate erano già 62mila, salite alle 17 a circa 330mila, a fronte di 89.050 posti disponibili.
Considerando le quasi 245mila istanze inoltrate il 18 marzo per i lavoratori subordinati non stagionali provenienti dai Paesi con cui l’Italia ha accordi di cooperazione, le 111.646 arrivate dal 21 marzo ( 104.108 per colf e badanti, 7.156 per conversioni di permessi di soggiorno e 382 per gli italiani residenti in Venezuela) e le 330mila di ieri, in tutto i tre click day hanno visto piovere dalle imprese circa 687mila domande, oltre quattro volte e mezzo i 151mila ingressi autorizzati per il 2024 dalla nuova programmazione triennale dei flussi introdotta con il decreto legge Cutro e resa operativa con il Dpcm del 27 settembre 2023.
Per quanto riguarda gli stagionali, degli 89.050 ammessi per quest’anno, 41mila sono destinati al settore agricolo sulla base delle istanze di nulla osta all’ingresso in Italia presentate dalle organizzazioni professionali dei datori di lavoro ( Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Confederazione di produttori agricoli, Alleanza delle cooperative italiane), che si assumono l’impegno a concludere le assunzioni fino alla sottoscrizione dei contratti.
Per il turismo la quota riservata prioritariamente è di 31mila unità, anche in questo caso tramite le domande inoltrate dalle organizzazioni professionali dei datori di lavoro più rappresentative a livello nazionale.
Il Dpcm di settembre ha stabilito, inoltre, che 12mila debbano essere cittadini di Paesi con i quali nel corso del triennio entrino in vigore accordi di cooperazione in materia migratoria; 3mila provenienti da Stati che promuovono campagne contro l’immigrazione illegale; 50 apolidi e rifugiati; 2mila, infine, cittadini dei 35 Paesi con cui l’Italia ha già in essere accordi di collaborazione ( dall’Ucraina all’India, dalla Tunisia alle Filippine) che abbiano fatto ingresso in Italia per prestare lavoro subordinato stagionale almeno una volta nei cinque anni precedenti e per i quali il datore di lavoro presenti richiesta di nulla osta pluriennale per lavoro subordinato stagionale.
L’impegno definitivo della quota relativamente al lavoro stagionale si avrà una volta acquisito, entro venti giorni ( sono 60 per il lavoro subordinato non stagionale) il parere positivo sull’istanza oppure, in assenza di parere, quando siano decorsi i venti giorni previsti dal Testo Unico sull’immigrazione. A quel punto, il sistema invierà automaticamente il nulla osta al datore di lavoro, che lo visualizzerà sul Portale Ali.
Fin qui la procedura sulla carta. Ma ieri le organizzazioni di categoria dell’agricoltura, pur riconoscendo la maggiore efficienza del sistema telematico ministeriale rispetto agli anni scorsi, sono tornate a esprimere preoccupazione per i tempi effettivi di completamento delle pratiche. Confagricoltura ha ricordato quanto avvenuto nel 2023, soprattutto a causa del ritardo nel rilascio dei visti di ingresso agli stranieri provenienti da alcuni Paesi ( Nord Africa, India e Pakistan) che ha precluso, in alcuni casi, l’attivazione del rapporto di lavoro. Cia, dal canto suo, ha sollecitato un ampliamento delle quote relative alla conversione dei permessi di soggiorno ( 4mila posti oggetto del click day del 21 marzo), « vista la richiesta importante che si registra ogni anno » . E ha ammonito: la programmazione non permette ancora alle aziende agricole di operare in tranquillità, perché « la convocazione dagli Sportelli unici arriva, irrimediabilmente, dopo il periodo massimo di permanenza in Italia consentito dal decreto flussi, cioè nove mesi » .
Alle organizzazioni del settore agricolo riservata una quota di 41mila persone, al turismo 31mila