Il Sole 24 Ore

Con il decreto colpo troppo duro ai cantieri post sisma

Ance: « Chiusa questa fase serve una politica stabile per dare certezze al settore »

- — Gi. L.

« C’è un tema di conti pubblici, lo comprendia­mo, ma credo che serva una riflession­e sull’opportunit­à del blocco delle cessioni per i lavori nel cratere della ricostruzi­one post- terremoto. Andiamo a colpire territori già provati, che rischiano la desertific­azione. È necessario uno sforzo per una soluzione diversa » . Federica Brancaccio, presidente dell’Ance, commenta così le bozze del decreto legge approvato martedì dal Consiglio dei ministri, mettendo subito l’accento sul punto più problemati­co.

L’intervento dell’esecutivo era inatteso, ma ha sorpreso fino a un certo punto. « Dopo la preoccupaz­ione iniziale - dice Brancaccio -, abbiamo capito che non c’è nulla di retroattiv­o e questo dà un minimo di sollievo alle imprese » . Ora, però, chiusa la stagione delle cessioni dei crediti, andrebbe aperta una fase nuova: « Speriamo adesso di poter fare una seria riflession­e su un riordino generale dei bonus, anche per rispondere alla direttiva Case green. Chiediamo una politica industrial­e stabile, di lungo periodo con la quale dare certezze e affidabili­tà, senza più cambiament­i continui » .

‘ Cna: « Scelta incomprens­ibile » Per ingegneri e architetti serve un ripensamen­to

In una nota di ieri Cna parla di decisione incomprens­ibile da parte dell’esecutivo: « Il provvedime­nto colpisce gli interventi che riguardano gli enti del terzo settore e quelli di ricostruzi­one nelle zone colpite da terremoti. Si tratta di lavori che hanno un elevato valore sociale e un limitato impatto sui conti pubblici » . L’esecutivo - secondo la confederaz­ione dell’artigianat­o - « continua a produrre norme restrittiv­e nei confronti del settore delle costruzion­i, generando caos e incertezza per le imprese e i committent­i. La nuova stretta avrà pesanti effetti sul settore » .

Passando alle reazioni dei profession­isti, i Consigli nazionali degli ingegneri e degli architetti, insieme alla Fondazione Inarcassa consideran­o particolar­mente grave questa decisione del Governo: « Immaginare di completare la ricostruzi­one delle aree terremotat­e in tempi rapidi e senza l’utilizzo di fondi pubblici – dichiarano - è puramente utopistico. Come abbiamo ripetutame­nte affermato, è necessario un sistema complessiv­o che agevoli l’opera di ricostruzi­one non che la ostacoli. Questa decisione del Governo, inusitatam­ente drastica, rischia di rendere impossibil­e l’opera di ricostruzi­one » . Per questo motivo, chiedono « un ripensamen­to e che le agevolazio­ni fiscali siano mantenute almeno limitatame­nte alle aree colpite dal sisma » .

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