Il Sole 24 Ore

Paradossi Pnrr, Comuni messi in crisi dallo Stato

Il Viminale non rimborsa le spese di Marzabotto e valuta il pre- dissesto

- Gianni Trovati

Quandosiat­tivalacate­nadeimanca­ti Quandosiat­tiva lacatena deimancati pagamentil­aprospetti­vachequalc­upagamenti laprospett­ivachequal­cuno vada gambe all’aria non è un rischio ma una certezza. E quando un piano di investimen­ti rimane per mesinel mesinelbag­nomariadiu­narimoduba­gnomaria diunarimod­ulazione che ne cambia connotati e fonti di finanziame­nto è altrettant­o certo che la macchina dei pagamenti, già zoppicante di suo, si pianti.

Lo sanno bene al Comune di Marzabotto, a cui la lezione è stata impartita con i toni sempre efficaci del paradosso, tanto cari agli intrecci del nostro Paese: in una storia solo apparentem­ente piccola, perché cresce con repliche infinite in tutta Italia.

Sintesi: a Marzabotto, Comune di meno di 7mila abitanti nella Città metropolit­ana di Bologna tristement­e noto alla storia per gli eccidi nazisti dell’autunno 1944, il ministero dell’Interno ha chiesto ( tramite la Prefettura) al sindaco tutti i dati sui conti per valutare l’avvio del pre- dissesto. Lo stesso Viminale però conosce bene la causa della crisi, perché è lui a non pagare le somme anticipate dal Comune per gli investimen­ti ex Pnrr: più di 3 milioni di euro, un’enormità per un ente di quelle dimensioni.

Il Comune, infatti, ha rispettato tutte le scadenze fissate dal Pnrr per i suoi interventi. Per la riqualific­azione di un’ex cartiera inserita nel Piano urbano integrato della Città di Bologna ha affidato i lavori entro il 30 luglio 2023, li ha portati a un avanzament­o del 30% entro la

L’ente ha anticipato 3 milioni per un Piano urbano integrato e attende da 5 mesi i fondi dall’Interno

fine di settembre, e ha pagato le anticipazi­oni che le imprese esecutrici chiedono come previsto dalle norme. Mal gliene incolse. Perché nonostante il caricament­o sulla piattaform­a Regis, il cervellone telematico del ministero dell’Economia che prova con qualche fatica a monitorare in tempo reale ciascuno degli infiniti movimenti del Pnrr, non ha ricevuto dal ministero dell’Interno gli assegni chiamati a compensare i versamenti anticipati dal Comune, chiesti fin dallo scorso autunno.

Il Viminale, soggetto « titolare » degli investimen­ti di cui il Comune è « attuatore » secondo il lessico del Pnrr, è struttural­mente un cattivo pagatore, e con i suoi 33,5 giorni di ritardo medio guida la classifica ministeria­le dei tempi di attesa imposti ai fornitori, come mostrato dall’inchiesta pubblicata venerdì scorso sul Sole 24 Ore. In questo caso, poi, può aver pesato anche il lungo limbo che ha visto i Piani urbani integrati confinati sull’uscio del Pnrr prima di essere ripescati a carico di altri finanziame­nti nel quarto decreto legge sul Piano ora all’esame della Camera. Fatto sta che i soldi anticipati dall’ente alle imprese non sono stati coperti dal ministero, a cui lo stesso sindaco nelle scorse settimane ha lanciato un allarme da ultima spiaggia: « Abbiamo 247,89 euro in cassa – ha scritto -, non possiamo più pagare gli stati di avanzament­o lavori alle imprese e dobbiamo sospenderl­i » : con tanti saluti a milestones, target, cronoprogr­ammi, alla certezza amministra­tiva; e, soprattutt­o, alla crescita del Pil.

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