Putin, Europa e bonus edilizi agitano la maggioranza
Mentre Meloni è in Libano Salvini torna a marcare le distanze sulla politica estera Dopo Pasqua in Aula le mozioni di sfiducia dell’opposizione contro il vicepremier e Santanchè
Giorgia Meloni vola a Beirut inseguita dal fattore S. Anzi le esse sono tre: Salvini, Santanché ma anche Superbonus con i due Governatori di Fdi di Lazio e Abruzzo, Francesco Rocca e Marco Marsilio che si appellano alla premier perché riveda la stretta decisa il giorno prima dal Cdm che colpisce i terremotati di Amatrice e L’Aquila. Ma a poco più di due mesi dalle Europee sono soprattutto Matteo Salvini e Daniela Santanchè a preoccupare. La prossima settimana, alla riapertura dopo Pasqua, saranno discusse alla Camera le mozioni di sfiducia presentate dall’opposizione contro il vicepremier della Lega per i « rapporti mai chiariti » con il partito di Putin Russia Unita e subito dopo quella contro la ministra del Turismo indagata per frode sui fondi Covid. Santanchè si dice « tranquilla » e ribadisce di non avere alcuna intenzione di dimettersi. « Nessuno me lo ha chiesto » , ha detto ieri includendo in questo « nessuno » anche la premier. Certo è che per Meloni si tratta di un caso molto delicato visto che la ministra, che è anche uno dei maggiori esponenti di Fdi, è accusata di aver sfruttato durante la pandemia i fondi messi a disposizione delle imprese per la Cig mentre i suoi dipendenti continuavano a lavorare. Ecco perché il passo indietro non è affatto da escludere anche se solo dopo la bocciatura della mozione delle opposizioni.
Salvini invece in ogni caso resterà una spina nel fianco. Al leader della Lega non basta certo la calendarizzazione in Aula dell’Autonomia il 29 aprile che Luca Zaia ha già ribattezzato « pietra miliare » . Per il ministro delle Infrastrutture il giorno clou, quello decisivo per il suo futuro è il 10 giugno, quando sarà noto il verdetto elettorale. Nel frattempo ha deciso di sfidare la sua principale competitor sul suo stesso terreno: la politica estera. Ieri è tornato non solo all’attacco di Ursula von der Leyen e Emmanuel Macron ( « Se dovessi scegliere tra lui e Le Pen, non avrei dubbi » , ha detto ieri ospite della trasmissione di Bruno Vespa Porta a porta) ma soprattutto ha detto di sperare - « con tutto me stesso » - che a novembre negli Stati Uniti prevalga Donald Trump. Dichiarazioni che inevitabilmente ( e questo è probabilmente lo scopo) mettono in difficoltà la presidente del Consiglio mentre il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, ricorda all’alleato leghista che « non si può fare il governo europeo come quello italiano, perché in Europa nessuno vuole fare accordi con il gruppo di Identità e democrazia » dove siedono assieme a Salvini, Le Pen e Afd.
Anche Meloni ieri, prima di partire per Beirut, ha registrato un’intervista televisiva ma su Rete4. La premier garantisce che contro Putin « non molliamo » ma ci tiene a far sapere di aver espresso personalmente a Macron la propria contrarietà alle parole del presidente francese sull’invio di truppe in Ucraina. La premier poi strizza l’occhio ai no vax assicurando che lo Stato « non abbandonerà » chi ha subito effetti dall’inoculazione dei vaccini per il Covid mentre Salvini nel frattempo torna ad attaccare la scelta della scuola di Pioltello - definita « coraggiosa » da Sergio Mattarella - di chiudere per il giorno del Ramadan rilanciando la proposta di mettere un tetto al 20% alla presenza di « alunni stranieri per classe » . Più in sintonia la premier e il suo vice quando si parla di Giustizia. « Una certa magistratura politicizzata » fa « perdere un sacco di tempo » sulle espulsioni, l’attacco di Meloni. « Alcuni che portano l’ideologia in tribunale » , l’osservazione del vicepremier, che dal salotto di Porta a porta assicura « una soluzione equilibrata per taxi e Ncc » . Rispondendo a Mario Giordano, la presidente del Consiglio annuncia invece a breve una norma sulle liste d’attesa nella sanità, soprattutto per « le regioni che hanno un’alta mobilità passiva. Ossia quando per curarsi una persona si deve trasferire e la sua regione paga l’altra » .
‘ Il ddl sull’Autononomia differenziata andrà in Aula alla Camera il 29 aprile