Premierato, da Pera un sì « ma con mugugno »
Passi l’elezione diretta del premier, anche se personalmente Marcello Pera pensa che sarebbe preferibile l’indicazione del candidato premier sulla scheda elettorale. « Tutto sommato - è il ragionamento che l’ex presidente del Senato e senatore di Fdi ha fatto ieri in commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama - in presenza di multipartitismo cronico ed esasperato potrebbe avere un effetto bipolare » . Ma i dubbi restano su tutto il resto, soprattutto sulle modalità di elezione del premier. L’articolo 3 del Ddl Casellati prevede che la legge elettorale debba garantire, tramite « un premio su base nazionale » , « una maggioranza dei seggi in ciascuna delle Camere alle liste e ai candidati collegati al presidente del Consiglio » . Ebbene, per Pera « introdurre il premierato ma non precisare come ( e anche se) il premier è eletto rende la riforma costituzionale incerta e lacunosa » . Ecco i principali rilievi: la previsione del premio rimanda a una legge elettorale di impianto proporzionale, introducendo così una eccessiva rigidità; il premio non può garantire la maggioranza dei seggi senza rischiare di essere spropositato: andrebbe fissata una soglia in Costituzione e previsto che cosa accade ( il ballottaggio?) se non viene raggiunta; la previsione dell’ « elezione a suffragio universale e diretto » attribuisce un peso eccessivo, sproporzionato rispetto ai seggi loro spettanti, ai cinque milioni di italiani all’estero. Da qui la dichiarazione di voto di Pera in « La mia è un’approvazione con mugugno e con speranza: mugugno per gli aspetti critici, speranza che il seguito della discussione di questo Ddl possa superarli » .