Libano, Meloni al premier: evitare l’escalation
Ieri Hezbollah ha lanciato una trentina di missili verso il confine con Israele
L’incontro oggi con il contingente italiano della missione Unfil nella striscia lungo il confine meridionale del Libano avviene in un momento delicatissimo. Anche ieri, poche ore prima che Giorgia Meloni atterrasse a Beirut per il bilaterale con il primo ministro libanese, Najib Mikati, c’è stato il lancio di una trentina di missili da parte di Hezbollah verso il Nord di Israele che a sua volta ha reagito con un bombardamento a una trentina di chilometri dalla base Unfil. La presidente del Consiglio è arrivata ieri sera. A Mikati Meloni ha ribadito gli sforzi portati avanti in questi mesi dal governo italiano per evitare una estensione del conflitto. Il timore principale è infatti proprio quello di una ulteriore intensificazione degli scontri tra le forze israeliane ed Hezbollah e quindi dell’Iran principale alleato delle milizie sciite.
Meloni fin dal 7 ottobre si è schierata a sostegno di Israele ma allo stesso tempo si è espressa molto criticamente - anche venerdì scorso in occasione del Consiglio europeo - sull’intenzione annunciata da Benjamin Netanyahu di intervenire a Rafah. L’attenzione è massima soprattutto nei Paesi più esposti e il Libano è tra questi. La premier stamane arriverà a Shama per passare in rassegna i 1200 militari presenti nella base di Millevoi. Una visita che in realtà sarebbe dovuta avvenire nel dicembre scorso, prima di Natale, ma lo stato di salute provocato dagli otoliti impose il rinvio. Attualmente la consistenza massima annuale autorizzata dall’Italia per il contingente impiegato nella missione Unifil che in Italia è stata ribattezzata Leonte, dal nome del fiume che dovrebbe segnare la linea invalicabile per le truppe non regolari come quelle di Hezbollah, è di 1.292 militari, 375 mezzi terrestri, 7 mezzi aerei e 1 mezzo navale. Dall’inizio del mese scorso il Comando del Settore Ovest di Unfil e della Joint Task Force Land – Sector West italiana in Libano ( JTF L- SW), principalmente composta da militari della Brigata Alpina “Taurinense”, è stato affidato al Generale di Brigata dell’Esercito, Enrico Fontana
La cena di ieri sera con Mikatil è stata anche l’occasione per provare a coordinare le politiche contro le migrazioni irregolari e il traffico di persone e per approfondire l’emergenza rifugiati che continua ad affliggere il Libano. I due capi di governo si sono poi confrontati anche sulla collaborazione nei settori dell’energia e della cooperazione allo sviluppo e hanno ribadito la volontà di « aumentare l’interscambio » . Da Palazzo Chigi fanno sapere che il primo ministro ha espresso « apprezzamento per il contributo italiano alla missione Unifil e alla attività di formazione delle forze armate libanesi » è stata ribadita la volontà di aumentare l’interscambio commerciale.
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Il primo ministro oggi incontrerà i 1.291 militari del contingente italiano della missione Onu in Libano Unifil
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