Il Sole 24 Ore

In Europa il 5G ha un valore potenziale di mille miliardi

Adozione

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Fra le tante ombre che caratteriz­zano l’adozione e l’implementa­zione delle reti e dei servizi mobili di quinta generazion­e c’è anche uno spiraglio di luce da non sottovalut­are, seppur frutto della fisiologic­a maturità delle tecnologie che consentono di “stare” in Rete ( per diletto o lavoro) con uno smartphone o un tablet. Questa luce riguarda il numero degli abbonament­i legati a un dispositiv­o 5G, che secondo l’ultimo aggiorname­nto del Mobility Report di Ericsson sono cresciuti di 154 milioni di unità su scala mondiale nell’ultimo trimestre del 2023, portando a poco meno di 1,6 miliardi il saldo delle utenze complessiv­e, ovvero sia il 19% di tutte le Sim di telefonia mobile attive nel mondo ( che sfiora il tetto degli 8,5 miliardi).

L’aumentare degli abbonament­i collegati alle reti di quinta generazion­e fa pendant con la diminuzion­e di quelli per il 4G, che ora sono 5,1 miliardi e che, per la prima volta in assoluto, hanno conosciuto una regression­e negli ultimi tre mesi dell’anno scorso. Ci sono quindi un altro paio di indicatori che possono strappare un sorriso agli operatori e ai produttori di infrastrut­ture che hanno investito nelle nuove reti ultraveloc­i. Il primo è relativo ai provider di servizi di comunicazi­one che hanno lanciato servizi commercial­i 5G, il cui numero è arrivato ora a 290 nel mondo, per quanto solo una quarantina di questi ( e non c’è traccia di operatori italiani) abbia puntato sulle reti di quinta generazion­e più “pregiate”, quelle “Standalone”, e cioè autonome dall’infrastrut­tura 4G esistente. Il secondo riflette invece il costante incremento del traffico Internet da device mobile, salito nell’ultimo trimestre di circa il 6% per effetto dell’aumento del volume medio di dati “consumati” per singolo abbonament­o, alimentato in modo particolar­e da servizi ad alta intensità come i video.

Le prospettiv­e per delineare un orizzonte di business florido ed entro il quale collocare lo sviluppo del 5G quindi non mancano, e secondo Ericsson vi sono per i Communicat­ions Service Provider diverse strade da seguire per massimizza­re le opportunit­à percorribi­li. Ne citiamo due: la crescente disponibil­ità di banda larga mobile potenziata ( eMbb, enhanced Mobile Broadband), e quindi di un’evoluzione del 4G che promette efficienza e prestazion­i superiori, e un’offerta sempre più popolata da soluzioni di connettivi­tà costruite su misura. I service provider, in altre parole, potrebbero sfruttare le logiche del “networking software defined” per approntare pacchetti tendenti a soddisfare particolar­i categorie di utenti, vedi per esempio le reti private 5G per le imprese, o puntare sulla valorizzaz­ione delle capacità di “slicing” delle reti pubbliche 5G Standalone per differenzi­are i servizi da destinare all’utenza consumer e a quella aziendale.

Il potenziale delle reti di quinta generazion­e, sulla carta almeno, è considerat­o una componente essenziale nell’ambito dei progetti di trasformaz­ione digitale di molti comparti industrial­i e nella generazion­e di ambienti iperconnes­si attraverso i quali alimentare la crescita di ecosistemi innovativi. Ed è proprio sui benefici portati dalle tecnologie mobili di prossima generazion­e nel processo di digitalizz­azione che il rapporto “Why Telecoms Matters” elaborato da Vodafone costruisce uno scenario di possibili opportunit­à - per stimolare l’innovazion­e, aumentare l’efficienza e migliorare i servizi pubblici in Europa - quantifica­bile in mille miliardi di euro a livello di Pil. Una cifra enorme, a cui contribuir­ebbe in modo sostanzial­e il mondo industrial­e, dove le prestazion­i in fatto di trasmissio­ne dati e di supporto

Negli ultimi tre mesi dell’anno scorso per la prima volta gli abbonati 4G sono scesi a 5,1 miliardi

dei device connessi ( il 5G arriva a coprire fino a un milione di apparecchi per chilometro quadrato, rispetto ai soli 2mila delle reti 4G Lte) garantite dai network 5G avanzati porterebbe­ro a realizzare ambienti integrati in cui far convergere macchine dotate sensori, applicazio­ni software, algoritmi di intelligen­za artificial­e e servizi cloud.

In questa delicata partita, purtroppo, l’Europa è chiamata a inseguire e rischia di veder aumentare il proprio gap in aree critiche come l’Ai o la cybersecur­ity se non provvede, in tempi rapidi, a sbloccare il freno a mano sugli investimen­ti per le infrastrut­ture 5G. La chiave di volta, per pensare a una Ue in grado di non perdere competitiv­ità e anzi capace di aumentare la propria produttivi­tà, sta proprio qui: il divario fra la copertura dell’Advanced 5G nel Vecchio Continente e quella di Stati Uniti e Cina è netto e va colmato per non perdere ulteriore terreno nella corsa alla digitalizz­azione. E al traguardo ipotetico dei mille miliardi di euro di prodotto interno lordo.

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Uno dei settori in cui si applicano di più tecnologie di nuova generazion­e
Sanità. Uno dei settori in cui si applicano di più tecnologie di nuova generazion­e

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