« Norma demagogica e punitiva: nostro dovere tutelare la giurisdizione »
L’intervista. Claudio Galoppi. Segretario dell’associazione Magistratura Indipendente
Claudio Galoppi, il suo giudizio sull’ipotesi di test psico- attitudinali per i magistrati previsti dalla riforma?
Incostituzionalità per eccesso di delega, norma generica e difficilmente applicabile, discriminatoria rispetto ad altre funzioni della giurisdizione, amministrative e contabili, per le quali non sono previsti.
In sintesi?
È una norma demagogica e punitiva.
Parole insolite per i “centristi” di MI. Si è rotta l’armonia con il Governo?
C’è un equivoco di fondo. Noi abbiamo sempre sostenuto la leale collaborazione con il ministro, in qualsiasi stagione politica, e senz’altro continueremo a farlo, ma qui sentiamo appunto il dovere di segnalare una norma che va contro una giustizia rapida, efficiente e di qualità, che è il nostro principio guida.
È oltraggiosa l’idea di un test standardizzato e già applicato per diverse altre professioni?
La questione è che non funziona,
non ha funzionato nemmeno dove è stato testato, in Francia.
Riottosi ai controlli? Al contrario, ci sono già strumenti per valutare l’ « equilibrio » del magistrato, che è una precondizione per l’esercizio della funzione e delle condotte professionali. E quanto alle patologie psichiche, esiste la « dispensa » , come per tutto il pubblico impiego.
Le risultano applicati?
Certamente. Il Csm nel tempo ha avviato varie pratiche.
Cosa pensa della separazione delle carriere, altro caposaldo della riforma Nordio?
Che dal punto di vista pratico è un falso problema. Il cambio di funzioni nel penale ha percentuali irrisorie, e la riforma Cartabia ha ulteriormente ridotto il passaggio: solo una volta in carriera.
Tanto vale cristallizzarlo in una norma, allora.
Meglio di no, invece. L’unità della giurisdizione è cultura della giurisdizione. Ed è una garanzia per i cittadini che il pm sia formato come un giudice.
Sulla custodia cautelare?
Intende il Gip collegiale? Idea giusta ma difficilmente attuabile nei grandi distretti - tra organici stretti e incompatibilità nella fasi delle indagini - e del tutto inattuabile nei tribunali medio piccoli. Per noi la giustizia resta un servizio rapido, efficiente e di qualità.
Le leggi cosidette bavaglio?
Difficilissimo trovare un equilibrio tra diritti dell’informazione e quelli dell’indagato. Ma la stessa direttiva europea indica una via, e la legge sulla comunicazione delle Procure l’ha recepita.
E se le dicessero che si è allineato all’ala militante?
Risponderei che il nostro obiettivo è solo la tutela della giurisdizione, non per i magistrati ma per i cittadini e per i loro diritti. E su questo restiamo sempre apertissimi al dialogo.