Panetta: vicine le condizioni per allentare la stretta
Il Governatore: rapido calo dell’inflazione grazie alla politica restrittiva
Un nuovo segnale per un ormai sempre più vicino taglio dei tassi di interesse. « La congiuntura globale continua a essere debole. Il ristagno del commercio internazionale e l’incertezza sollevata dalle tensioni geopolitiche pesano sull’attività economica – dice Fabio Panetta, Governatore della Banca d’Italia - la politica monetaria restrittiva della Banca centrale europea ( BCE) sta comprimendo la domanda e contribuisce, insieme al calo dei prezzi energetici, alla rapida diminuzione dell’inflazione. I rischi per la stabilità dei prezzi si sono ridimensionati e si stanno realizzando le condizioni per avviare un allentamento monetario » .
Panetta nella sua relazione all’assemblea dei partecipanti della banca per l’approvazione del bilancio 2023 ( si veda articolo in pagina 4) ripercorre le principali tappe che hanno portato la Bce – di cui è stato per qualche anno membro del board, all’interno del quale è stato considerato una “colomba” in materia di tassi – ad inasprire la
politica monetaria, che poi si è riflessa anche sui risultati del bilancio di Via Nazionale e delle altre consorelle. « Al fine di assicurare il ritorno dell’inflazione al 2 per cento nel medio termine – dice il Governatore - negli ultimi anni le banche centrali dell’Eurosistema hanno acquistato un ammontare ingente di titoli. Con l’aumento dell’inflazione, nel luglio del 2022 il Consiglio direttivo della BCE ha avviato una decisa restrizione monetaria. Nei primi nove mesi del 2023 esso ha intensificato tale manovra restrittiva: ha aumentato i tassi di riferimento per complessivi 200 punti base, portando al 4,5 per cento il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali, al 4,75 quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale e al 4 il tasso sulle operazioni di deposito presso l’Eurosistema. Dallo scorso ottobre il Consiglio ha mantenuto i tassi ufficiali invariati » .
Poi le cose hanno iniziato a cambiare: « A luglio del 2023 è terminato il reinvestimento dei titoli detenuti a fini di politica monetaria nell’ambito del programma di acquisto di attività finanziarie ( Asset Purchase Programme). Proseguirà invece sino alla fine del primo semestre del 2024 il pieno reinvestimento dei titoli in scadenza nell’ambito del programma per l’emergenza pandemica ( Pandemic Emergency Purchase Programme); nella seconda parte dell’anno il Consiglio direttivo intende ridurre i reinvestimenti di 7,5 miliardi al mese, per poi azzerarli del tutto dalla fine del 2024. Nei prossimi mesi i reinvestimenti continueranno a essere effettuati con la flessibilità necessaria per contrastare i rischi relativi alla trasmissione della politica monetaria » . L’ammontare dei prestiti concessi dall’Eurosistema alle banche dell’area dell’euro mediante operazioni di rifinanziamento « ha continuato a diminuire in misura significativa, da 1.324 miliardi alla fine del 2022 a 410 al termine dello scorso anno » .