Il Sole 24 Ore

Superbonus, spunta l’argine blocca spese

Niente cessioni e sconti in fattura per le vecchie Cilas che non hanno fatto lavori

- Giuseppe Latour Giovanni Parente Gianni Trovati

Nel testo finale del nuovo decreto Superbonus spunta a sorpresa l’argine finale contro il rischio di nuovi rigonfiame­nti delle spese. Lo stop è scritto al comma 5 del primo articolo, che cancella la possibilit­à di cessione dei crediti e sconti in fattura per chi era riuscito a spuntare le deroghe dal decreto di febbraio 2023, prenotando il diritto al vecchio trattament­o grazie alla presentazi­one di una comunicazi­one asseverata di inizio lavori entro il 16 febbraio dell’anno scorso. Ora, spiega il nuovo provvedime­nto che sarà pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale, il diritto si perde se finora non si è sostenuta alcuna spesa.

L’obiettivo è semplice: spuntare la spada di Damocle che ancora pende sui conti pubblici ed è prodotta dalle vecchie Cilas, che secondo il decreto dello scorso anno avrebbero potuto utilizzare il trattament­o originario per tutti i tre anni della loro durata. Alzando una minaccia al momento non cifrabile sui saldi di finanza pubblica.

Facciamo un passo indietro. Il decreto cessioni di febbraio 2023 ( Dl n. 11/ 2023) ha vietato i trasferime­nti di crediti, salvaguard­ando però una serie di casi, soprattutt­o per effetto del pressing parlamenta­re di quei giorni. Tra questi spiccavano quelli di chi, per accedere al superbonus, aveva presentato una Cilas entro il 16 febbraio 2023 e, nel caso dei condomini, aveva anche approvato una delibera entro la stessa data. E quelli di chi, per accedere ai bonus diversi dal 110%, aveva presentato un titolo abilitativ­o, sempre entro la scadenza cruciale del 16 febbraio.

Tutte queste pratiche depositate nei cassetti dei Comuni rappresent­ano una riserva di cessioni teoricamen­te amplissima e di lungo periodo. Anche perché a queste si aggiungono le Cilas e i titoli depositati a novembre 2022, in grande quantità, per evitare il taglio del superbonus dal 110 al 90 per cento. Tutti questi documenti, anche senza l’avvio dei lavori, davano finora diritto, a tempo indetermin­ato, a prendere la strada della cessione del credito e dello sconto in fattura. E rappresent­avano una potenziale mina per la tenuta dei conti pubblici.

Ora questa mina, con un colpo a sorpresa, viene sostanzial­mente disinnesca­ta con la chiusura totale a ogni forma di permanenza in vita della versione più favorevole delle agevolazio­ni introdotte con il decreto Rilancio dell’estate del 2020.

L’ultima versione del decreto Blocca cessioni, frutto dell’accordo politico sulle aree terremotat­e e destinata ad approdare oggi in Gazzetta Ufficiale ( si veda l’articolo in basso), agisce proprio sulle deroghe previste dal decreto 11 del 2023. Queste non si applichera­nno più, facendo di nuovo scattare il divieto totale di cessione del credito e di sconto in fattura, per chi

La nuova regola cancella la minaccia ulteriore sui conti pubblici prodotta dalle deroghe 2023

alla data di entrata in vigore del provvedime­nto ( presumibil­mente domani) non abbia sostenuto « alcuna spesa, documentat­a da fattura, per lavori già effettuati » . Quindi, chi non ha aperto un cantiere, con relativa effettuazi­one di qualche spesa, si troverà improvvisa­mente in fuorigioco.

Resterà, invece, pericolosa­mente in mezzo al guado chi, pur avendo già avviato un cantiere, non abbia ancora effettuato spese fatturate di nessun tipo. Del resto, l’incrocio per l’amministra­zione finanziari­a non sarà difficile, visto che ha a disposizio­ne tutti i dati attraverso la fattura elettronic­a.

Insieme alla stretta su Terzo settore, Iacp e aree terremotat­e ( seppure depotenzia­ta nell’ultima versione, si veda l’altro articolo un pagina), questo stop rappresent­a davvero la chiusura della stagione della cessione del credito che, a questo punto, avrà una coda, presumibil­mente poco onerosa, soltanto per chi ha già i lavori in fase avanzata.

 ?? LAPRESSE Mef. Il ministro Giancarlo Giorgetti ??
LAPRESSE Mef. Il ministro Giancarlo Giorgetti

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy