A rischio 40mila posti nei servizi educativi e socio sanitari
Nel mirino le rette troppo basse pagate dalla Pubblica amministrazione
Sono a rischio 40mila posti di lavoro tra il personale dei servizi socio sanitari ed educativi, impiegato in un vasta area di attività che spazia dall’assistenza agli anziani nelle Rsa, alle persone disabili, agli asili nido. A mettere in ginocchio i servizi di welfare erogati dal privato sociale sono le rette troppo basse pagate dalla Pubblica Amministrazione che « non premia la qualità, ma il risparmio dei costi » . In questo quadro si potrebbe assistere alla fuga del 10% dei 400mila occupati, con inevitabili ripercussioni sulle prestazioni essenziali per 7 milioni di persone. in un settore che soffre per la carenza cronica di personale.
Il grido d’allarme arriva da Confcooperative Federsolidarietà, per voce del presidente Stefano Granata, che chiede alla PA di farsi carico dell’aumento previsto per il settore con il rinnovo del CCNL della Cooperazione sociale che interessa, appunto, 400mila lavoratori. « Non possiamo permetterci come sistema Paese di vanificare il grande sforzo fatto per la valorizzazione della cooperazione sociale, a partire da un giusto riconoscimento economico dei lavoratori delle professioni socio sanitarie e sociali e dell’inserimento lavorativo dei soggetti più fragili. Sono prestazioni essenziali che vanno riconosciute dalle istituzioni, a partire dalle Regioni, con tariffe adeguate e appalti economicamente appropriati in grado di valorizzarne la portata di interesse generale » .
Il nuovo contratto della cooperazione sociale prevede un aumento di 120 Euro mensili al livello C1, da riparametrare per gli altri livelli contrattuali, dal gennaio 2025 l’introduzione della quattordicesima mensilità al 50% e l’innalzamento dell’importo per la sanità integrativa che raggiunge i 120 euro annui, oltre una serie di istituti ed indennità a favore delle lavoratrici e dei lavoratori. Sempre nell’ottica della
Dopo gli aumenti per il rinnovo del contratto, Gardini: « Chiediamo un atto di giustizia sociale oltre che economica »
valorizzazione delle socie e delle lavoratrici, viene estesa al 100% l’integrazione economica della maternità. La lotta alle false imprese e al dumping salariale è uno degli obiettivi del contratto che prevede la creazione di un nuovo Osservatorio paritetico tra i firmatari del Ccnl sugli appalti. È prevista anche una possibile gradualità più aderente alle realtà aziendali e al mancato riconoscimento degli aumenti contrattuali da valutare per i casi più complessi. « Quello che chiediamo - chiosa il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini - è un doveroso atto di giustizia sociale, oltre che economica » .