Meloni in Libano: « Per la pace serve la deterrenza »
La visita ai militari italiani i 1.400 soldati italiani delle missioni Unifil e Mibil
« La pace non si costruisce con i sentimenti e le buone parole, la pace è soprattutto deterrenza e impegno, sacrificio » . Giorgia Meloni lo ha detto rivolgendosi ai militari schierati nella base Millevoi di Shama, nel Sud del Libano, vicino al confine con Israele da cui partono i razzi di Hezbollah e dove arrivano le bombe di Tel Aviv. « Voi non ci siete durante le feste con la famiglia, non ci siete per i vostri amici, i vostri fidanzati e fidanzate, mogli e mariti: rinunciate a tutto per garantire quella pace di cui tanti, soprattutto in questo momento, si riempiono la bocca seduti comodamente dal divano di casa loro » . Un messaggio che suona anche una stilettata visto che in questi giorni a parlare di pace ( dal salotto di Porta a porta) è stato anche il suo alleato e vicepremier Matteo Salvini.
La premier non nasconde la commozione per chi rappresenta « il fossato, la barriera di sabbia che aiuta a non far progredire l’incendio » . La preoccupazione principale resta infatti l’escalation del conflitto e il confine tra Libano e Israele è quello più esposto. Gli scontri tra le milizie di Hezbollah e quelle israeliane tra razzi e bombardamenti sono sempre più intensi. La missione Unifil ( United Nations Interim Force in Lebanon), cui l’Italia partecipa con un contingente di circa 1.300 militari per stabilizzare le aree di confine e garantire il rispetto della Blue Line e l’area cuscinetto tra i due Paesi. La crisi a Gaza però ha ulteriormente aggravato una situazione già difficile. Ieri a Shama Meloni ha incontrato anche i vertici della Mibil ( la missione bilaterale italiana in Libano) composta da un centinaio di militari e responsabile del sostegno alle forze armate libanesi. Unifil per l’Italia è « indispensabile » e Mibil svolge un lavoro « importante ieri e fondamentale oggi » , ha detto ancora Meloni sottolineando il merito dei militari di dare « autorevolezza » all’Italia nel mondo. « Non può esserci pace se non c’è anche rispetto, e il rispetto che l’Italia è riuscita a costruire in nazioni e territori come questi » , ha aggiunto, è ottenuto coniugando « professionalità e umanità » .
Rafforzare le relazione con i territori, con i Paesi sull’altra sponda del Mediterraneo resta la priorità e Meloni lo ha ripetuto anche la sera prima nell’incontro con il primo ministro Najib Mikati durante il quale è stato evocato anche il “Processo di Roma”, avviato con la Conferenza Internazionale su sviluppo e migrazione, tenutasi lo scorso luglio e alla quale ha preso parte lo stesso Mikati. Il premier libanese peraltro è stato suo malgrado protagonista di una gaffe immortalata da un video rimbalzato ieri sui social dove si vede il premier libanese accogliere mercoledì con baci e abbracci la segretaria della presidente del Consiglio, Patrizia Scurti, scambiata per Meloni. Chiarito l’equivoco i due premier hanno poi parlato della drammatica emergenza dei rifugiati siriani in Libano che si attestano oramai su un un numero di oltre un milione e mezzo. Mikati - fanno sapere da Palazzo Chigi - ha espresso l’auspicio di mantenere alta l’attenzione dell’Europa sottolineando appunto l’importanza di iniziative come la Conferenza di luglio, una delle componenti del Piano Mattei, che offrono un nuovo approccio anche per affrontare emergenze come quella dei rifugiati e degli immigrati irregolari.