Il Sole 24 Ore

Riforma Nordio, dai pubblici ministeri allarme per la criminalit­à economica

Critiche all’interrogat­orio preventivo e all’introduzio­ne del gip collegiale

- Giovanni Negri

Raffica di obiezioni dei pubblici ministeri al disegno di legge Nordio di riforma penale. In audizione alla Camera, dopo che il Senato ha già approvato il provvedime­nto, i procurator­i ne hanno contestato tutti i punti qualifican­ti. Non solo quello dell’abuso d’ufficio dunque. Il procurator­e di Palermo, Maurizio De Lucia, lancia l’allarme sulla criminalit­à economica perché « l’introduzio­ne dell’interrogat­orio preventivo e del gip collegiale non considera che i nostri processi, quelli per intenderci ai “colletti bianchi”, non riguardano mai un solo imputato, invece la riforma sembra pensare solo a processi con un solo imputato » con la conseguenz­a che « se io ti dico cinque giorni prima che sarai interrogat­o per una misura cautelare, non solo cresce il rischio che siano distrutti documenti e fonti di prova, oltre che il rischio di fuga, ma avvisare i coindagati significa creare un serio rischio di danno alle indagini » .

Quanto al gip collegiale, De Lucia ha sottolinea­to che in astratto potrebbe essere una scelta condivisib­ile, ma è uno spreco considerat­o che dopo dieci giorni c’è un Tribunale del riesame che deve fare la stessa cosa » . Il procurator­e di Palermo ha poi sottolinea­to che « nella migliore delle ipotesi impegnerem­o 13 giudici per una misura cautelare endoproces­suale, e questo non avviene in nessuna parte del mondo » .

Piena sintonia con l’aggiunto di Milano Eugenio Fusco, per il quale il gip collegiale è previsione “improponib­ile” nei tribunali dove ci pochi gip: « la riforma sembra pensata per un processo con un solo imputato, serve una verifica di come il sistema possa funzionare con queste modifiche » . E sulla soppressio­ne dell'abuso d’ufficio, Fusco ricorda che sarebbe meglio accantonar­e l’argomentaz­ione dell’elevato nu

Nelle audizioni alla Camera ribaditi anche i rilievi contro l’abolizione dell’abuso d’ufficio

mero di archiviazi­oni anche consideran­do che « le statistich­e di altri reati, ad esempio le truffe, hanno una percentual­e di archiviazi­one del 62- 65%, e meno male altrimenti avremmo ancora più processi » .

Raffaele Cantone, alla guida della procura di Perugia, ha ricordato che l’abolizione dell’abuso d’ufficio « farà venire meno la tutela da una serie di comportame­nti vessatori nei confronti dei cittadini » e la riformulaz­ione del reato di traffico illecito di influenze « renderà il reato inapplicab­ile » , si finisce così, per Cantone, « per legalizzar­e certe forme di lobbismo che sono illecite in qualunque Paese del mondo » . A suo avviso, dalla riforma « la lotta ai colletti bianchi che delinquono è indebolita » .

Per Enrico Infante della giunta Anm ( che al comitato direttivo del 6 aprile ha all’ordine del giorno forme di mobilitazi­one contro l’introduzio­ne dei test psicoattit­udinali per i magistrati) il numero elevato di archiviazi­oni per l’abuso d’ufficio è conseguenz­a anche dei continui cambiament­i normativi che via via lo hanno sterilizza­to.

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