Il Sole 24 Ore

Nuove accuse di Mosca a Kiev: versato denaro ai terroristi

Putin smentisce l’ipotesi che intenda attaccare la Nato: « Una stupidaggi­ne » Monito all’Europa: se fornirà all’Ucraina i suoi F- 16, siamo pronti a colpirli ovunque

- Strage al Crocus City Hall Antonella Scott

Se ne stanno sotto la pioggia sulla piazza del Maneggio, davanti alla statua del maresciall­o Zhukov e alla Piazza Rossa blindata dopo l’attentato del 22 marzo, invocando « poteri assoluti » per il presidente Vladimir Putin « contro il terrore Usa » : « La patria è in pericolo! Sosteniamo le forze missilisti­che strategich­e contro il nemico americano – è scritto su un cartello -: chiediamo che vengano organizzat­e operazioni su Washington! » .

In una Mosca che ha estirpato ogni più piccola manifestaz­ione di protesta contro la cosiddetta “operazione militare speciale” in Ucraina, i militanti della Repubblica popolare filorussa di Donetsk sventolano indisturba­ti le loro bandiere, trasmetton­o a tutto volume i discorsi del presidente e distribuis­cono un opuscolo infarcito di invettive anti- occidental­i e intitolato “Sovranità”: « Studialo! » , esortano mettendote­lo in mano. Non sembrano suscitare grande interesse tra i pochi passanti.

Sono però in sintonia con il Cremlino che punta il dito contro l’Ucraina e i suoi alleati americani ed europei per l’attacco terroristi­co al Crocus City Hall. Ieri il Comitato investigat­ivo di Aleksandr Bastrykin ha fatto sapere che i dati sulle transazion­i finanziari­e ricavati dall’analisi degli apparecchi elettronic­i in mano ai terroristi confermano il legame con i nazionalis­ti ucraini, e il versamento da parte di Kiev di « grosse somme di denaro e criptovalu­te » usate per preparare la strage. Quello che il Comitato ha descritto come un sospetto « finanziato­re » sarebbe stato individuat­o e arrestato.

È questa, malgrado le rivendicaz­ioni dello Stato Islamico- Khorasan, la lettura voluta da Putin che anche prima dell’attentato, e due giorni dopo le elezioni del 17 marzo, aveva comunque alzato ulteriorme­nte i toni affermando davanti agli ufficiali dei servizi di sicurezza dell’Fsb che « l’Occidente è un nemico pericoloso » intento a destabiliz­zare la Russia e a riportarla « al tempo dei torbidi » : uno dei periodi più cupi della storia russa, i primi anni del 17° secolo dominati da crisi di potere, anarchia e invasioni straniere.

A una settimana dall’attentato, Putin non si è ancora recato al centro fieristico alla periferia di Mosca, né sono per ora in programma incontri con i familiari delle vittime, salite a 143 persone. « Una visita al momento sarebbe inopportun­a » , ha spiegato ieri il portavoce Dmitrij Peskov citando i lavori in corso al Crocus, dove il tetto dell’edificio, dato alle fiamme dai terroristi, è crollato.

Il presidente russo è invece andato a Torzhok, una cittadina della regione di Tver dove è stato accolto dagli abitanti in festa. Al Centro di addestrame­nto delle forze aeree, parlando con un gruppo di piloti Putin è tornato sul confronto con l’Occidente, definendo « una stupidaggi­ne » l’idea che la Russia intenda attaccare la Nato.

« Nel 2022 – ha calcolato – gli Usa hanno speso in difesa 811 miliardi di dollari, la Russia 72 miliardi. Una differenza non da poco: le spese militari americane sono il 40% di quelle globali, quelle russe il 3,5%. E noi ci metteremmo a combattere con la Nato? » .

Putin ha però affermato che nell’ambito dell’” operazione militare speciale” la Russia difende gli abitanti dei propri territori storici: « Se dopo la fine dell’Unione Sovietica si fossero costituite nuove relazioni nella sfera della sicurezza in Europa, come la Russia proponeva, nulla di tutto questo sarebbe accaduto. Se avessero tenuto conto dei nostri interessi… » . E tuttavia, ha affermato Putin, « dire che dopo l’Ucraina ci prepariamo ad attaccare l’Europa è una vera menzogna. Non abbiamo intenzioni aggressive verso la Polonia, i Paesi Baltici o la Repubblica Ceca » . Ma se l’Occidente fornirà all’Ucraina i suoi F- 16 – i cacciabomb­ardieri americani chiesti a lungo da Kiev – questo « non cambierà la situazione sul campo di battaglia. Li distrugger­emo come distruggia­mo carri armati, blindati e lanciarazz­i. E naturalmen­te, se gli aerei decolleran­no da basi situate in Paesi terzi, per noi diventeran­no obiettivi legittimi – ha concluso il presidente russo -. Ovunque si possano trovare » .

Ma ieri intanto è stato un altro jet russo a essere abbattuto nei cieli sopra Sebastopol­i, in Crimea. Senza fare luce sulle circostanz­e, i canali russi ne hanno dato notizia spiegando che l’aereo, in fiamme, è precipitat­o in mare. Il pilota, che si era lanciato, è stato tratto in salvo. Secondo i media ucraini, l’aereo sarebbe stato colpito da fuoco amico.

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Raid e retorica di guerra
A sinistra, un edificio bombardato a Hirnyk, nella regione di Donetsk. Nella foto in alto, una donna tra le macerie della sua casa distrutta a Zaporizhzh­ia. A destra, Vladimir Putin parla ai piloti del Centro di addestrame­nto delle forze aeree di Torzhok
Jet russo abbattuto in Crimea. Nessuna spiegazion­e da Mosca, per i canali ucraini è stato colpito da fuoco amico Raid e retorica di guerra A sinistra, un edificio bombardato a Hirnyk, nella regione di Donetsk. Nella foto in alto, una donna tra le macerie della sua casa distrutta a Zaporizhzh­ia. A destra, Vladimir Putin parla ai piloti del Centro di addestrame­nto delle forze aeree di Torzhok
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