Caro affitti, mercato ancora sotto pressione nelle 14 città maggiori
A Milano in due anni canoni saliti del 19,2%, segue Trieste con + 16,4%
Il caro affitti è oggi denominatore comune di molte città italiane.
Il tema non è nuovo alle cronache, ma nei bilanci che stanno uscendo sui dati 2023 emerge chiara la tendenza. L’anno scorso l’offerta è stata inferiore alla domanda, per via dell’aumento dell’urbanizzazione e del numero di studenti. Di conseguenza si è verificata un’escalation inflattiva sui canoni di affitto.
Analizzando ed elaborando i dati dell’Osservatorio dell’agenzia delle Entrate, consultabili per singola città sul relativo sito, il Cresme evidenzia che i prezzi di locazione per il secondo semestre 2023 risultano in crescita, in Italia, del 3,8% rispetto allo stesso periodo 2022 ( nel primo semestre l’incremento era stato del + 2,9%). Ma la notizia più rilevante, sottolineano dal Cresme, è la conferma del trend: i canoni salgono ormai da due anni. La crescita è partita nel primo semestre 2022 con un aumento dello 0,9% seguita dall’incremento del 2% nel secondo semestre di quell’anno.
L’analisi del Cresme evidenzia la dinamica nelle 14 città metropolitane del nostro Paese: + 10,2% in due anni (+ 5,4% nel solo secondo semestre 2023). Come si evince da tempo è Milano la città con la maggior crescita: + 19,2% nel biennio 2022- 2023. All’opposto della classifica Firenze dove i canoni di locazione sono invece scesi dell’ 1,5%. Firenze è l’unica grande città in negativo, altrove vivere in affitto costa sempre più caro.
Come detto Milano guida la classifica con i maggiori incrementi, seguita a breve distanza da « Trieste con il + 16,4% nel biennio ma un contenuto + 2,7% tendenziale nell’ultimo semestre, e da Napoli con il + 15,8% nel biennio e un incremento tendenziale record (+ 13,3%) nell’ultimo semestre » recita la nota Cresme.
Tornando al capoluogo lombardo, Scenari Immobiliari ha messo in evidenza come a Milano l’aumento dei prezzi delle abitazioni unito al pesante rincaro degli interessi sui mutui abbia precluso a una fascia di residenti l’acquisto della casa e spinto gli stessi a rivolgersi al mondo della locazione. La forte domanda di abitazioni in affitto da un lato e la scelta di molti proprietari di immettere i propri appartamenti
circuito delle locazioni brevi - togliendo quindi offerta disponibile - ha fatto lievitare i canoni.
« A Milano la superficie media delle unità abitative locate è pari a poco più di 67 mq con un canone medio mensile di circa mille euro, che per un monolocale e un trilocale di qualità può arrivare a superare rispettivamente le 1.300 e le 1.800 euro al mese » dicono da Scenari Immobiliari.
Tornando al rincaro dei canoni la classifica vede dietro alle tre capofila cinque città con incrementi sostenuti: Bologna (+ 9,1% nel biennio e + 6,4% tendenziale nell’ultimo semestre), Torino (+ 9,1% nel biennio e + 6,4% tendenziale nell’ultimo semestre), Roma (+ 7,9% nel biennio e + 3,6% tendenziale nell’ultimo semestre), Palermo (+ 6,8% nel biennio e + 4,0% tendenziale nell’ultimo semestre) e Bari (+ 6,7% nel biennio e + 1,0% tendenziale nell’ultimo semestre).
Sempre secondo Scenari Immobiliari sono circa 6,8 milioni le case affittate in Italia da residenti e utilizzatori continuativi, a cui si aggiungono circa 7mila unità residenziali a servizio della locazione breve, il 21% dello stock complessivo di abitazioni ( 19% se si considera esclusivamente la locazione ordinaria).
In Italia nel quarto trimestre 2023 sono state locate 241.784 abitazioni, si legge nell’ultima nota trimestrale dell’agenzia delle Entrate, in aumento dai tre mesi precedenti. Le previsioni per l’anno in corso indicano il consolidamento del livello raggiunto. Alla crescita dei volumi si affiancherà un leggero incremento dei canoni di locazione che, a livello medio nazionale, comporterà un incremento di circa l’ 1,5 per cento. Questa è la speranza.