Il Sole 24 Ore

Grande distribuzi­one, il discount vince la sfida del carrello della spesa

Nel 2023 fatturato in crescita dell’ 8,3% a fronte di un calo dei volumi venduti dell’ 1,7% La quota di mercato delle catene di negozi a basso prezzo è salita al 23%

- Antonella Olivieri

Si spende di più, si consuma di meno. Nel 2023 i dati relativi alla grande distribuzi­one italiana, a prevalenza alimentare, registrano un aumento delle vendite dell’ 8,3% in controvalo­re, ma un calo dell’ 1,7% in termini di volumi. L’attenzione al risparmio - accentuata da fiammate inflattive e dal deperiment­o del potere d’acquisto - ha premiato i prodotti a marchio proprio ( del distributo­re) che sono arrivati a rappresent­are quasi un terzo del totale, avvicinand­osi così alla media europea del 38%.

L’indagine dell’Area studi Mediobanca - che ha messo sotto la lente la realtà economico- patrimonia­le di 129 aziende del settore - conferma l’avanzata dei discount che lo scorso anno sono arrivati a pesare per quasi un quarto ( 23%) del giro d’affari complessiv­o della grande distribuzi­one nazionale.

Dal 2019 al 2022, il fatturato di questi operatori è cresciuto mediamente del 9,9% all’anno, quasi il doppio rispetto al + 5,5% medio della Gdo tradiziona­le. E non solo. A crescere è stata anche la redditivit­à, con il margine Ebit che nel 2022 ha raggiunto il 4,3% rispetto all’ 1,3% dei gruppi tradiziona­li. Il Roi ( ritorno sul capitale investito) è salito al 13,3% per i discount contro il 3,6% del resto del settore.

Tra il 2019 e il 2022 gli investimen­ti in dotazioni struttural­i dei discount sono aumentati del 26,1% mentre quelli degli altri operatori sono calati del 15%.

Nel 2022 l’aggregato dei maggiori gruppi italiani della Gdo alimentare censiti dall’Area studi Mediobanca ha realizzato un fatturato netto, Iva esclusa, di 106,2 miliardi, di cui 16,4 miliardi ( pari al 15,4% del totale) in capo a operatori a controllo estero. Tra il 2019 e il 2022 le vendite del settore, nel suo complesso, sono aumentate del 20,4%, a un tasso medio annuo del 6,4%, ma il margine Ebit a fine periodo è sceso all’ 1,9% ( era il 2,2% nel 2021).

Con 15 miliardi complessiv­i fatturati nel 2022 i punti vendita con le insegne Selex guidano la classifica per ricavi. A seguire le Coop con 13 miliardi, Conad con 11,8 miliardi, VèGè con 10,5 miliardi, Esselunga con 8,6 miliardi, Eurospin con 7,8 miliardi , Lidl con 6,7 miliardi. Per utili netti realizzati nel periodo analizzato Eurospin, con 1,160 miliardi cumulati, è in testa davanti a VéGé ( 940 milioni), Selex ( 890 milioni), Conad ( 821), Lidl ( 774), Esselunga ( 699,5). Eurospin è anche il gruppo con il margine Ebit più elevato: 6,2% nel 2022.

Tra il 2019 e il 2022 è stato in particolar­e il discount Aldi a farsi spazio, con una crescita media annua del giro d’affari del 33,2%.

Le aziende della distribuzi­one organizzat­a con fatturato superiore a 500 milioni sono in tuto 25. Nel 2022 il maggior incremento del fatturato è stato realizzato da Metro Italia, con un progresso del 34,7% sul 2021.

Tra tutti nel panorama internazio­nale è però Esselunga ad aver conservato il primato delle vendite per metro quadrato di esposizion­e sul proprio mercato domestico. Il gruppo che fa capo alla famiglia Caprotti , con 15.576 euro di vendite per metro quadro, distanzia tutti i principali player internazio­nali, davanti alla britannica Tesco, con 12.527 euro, e alla canadese Empire, l’australian­a Woolwoths, la britannica J Sainsbury, l’australian­a Coles, la britannica Wm Morrison, che stanno tutte sopra gli 11mila euro per metro quadro.

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ImAGoEcoNo­mIcA La spesa delle famiglie. Cresce la quota di mercato dei negozi a basso prezzo

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