La svolta di Peuterey, dai piumini alla sartorialità primaverile
Il piano della presidente
La capacità di adattamento al mercato è una regola che il mondo della moda conosce da sempre. Per lungo tempo l’ha sviluppata in funzione delle tendenze stilistiche, dei modelli produttivi, dei canali distributivi. Fino a quando è insorto un fattore nuovo – il cambiamento climatico – che ha spinto le aziende, in particolare quelle specializzate nel capospalla, a rivedere ( anche) la pesantezza dei capi, per renderli adatti alle stagioni non più così fredde.
Nasce da qui la svolta decisa da Peuterey, il marchio premium della famiglia Lusini conosciuto per i piumini: il lancio, a partire dalla primavera- estate 2025, di una collezione uomo/ donna più formale e meno sportiva, composta da blazer, completi giacca- pantalone, capospalla, che si chiamerà Peuterey Première, parola scelta sia perché significa “prima” ma anche perché indica la capo- sarta. « E infatti si tratta di una linea più sartoriale ed elegante – spiega la presidente di Peuterey, Francesca Lusini – in cui crediamo molto per venire incontro alle mutate esigenze del consumatore, indotte dal cambiamento climatico. Per noi la stagione invernale è sempre stata la più importante, sia in termine di volumi che di durata, ma negli ultimi anni la primavera- estate sta conquistando spazio, e vogliamo partire da qui per valorizzarla » . La nuova collezione è stata disegnata dal team stilistico interno e sarà prodotta direttamente, in larga parte in Italia. Per Peuterey rappresenta una mezza “rivoluzione”: « Abbiamo aspettato a fare questo passo perché volevamo essere pronti – sottolinea Lusini –. Io stessa, fino a poco tempo fa, non credevo molto in questo
tipo di prodotti; ora invece abbiamo un dipartimento che si occupa solo dell’abbigliamento e delle categorie merceologiche diverse. La sfida sarà cambiare l’idea del consumatore, che finora ci ha riconosciuto per i piumini » .
L’operazione non intende però trasformare Peuterey in un brand total look, precisa la presidente: « Quello che stiamo facendo è piuttosto un’estensione delle categorie merceologiche affini al nostro mondo, per creare outfit che rappresentino i nostri valori e rispettino i nostri standard, i cui punti di forza saranno il capospalla formale e gli imbottiti » . La nuova collezione dialogherà con quella tradizionale, ma avrà un’immagine e una distribuzione separate. In realtà il processo di avvicinamento al formale per Peuterey è iniziato già da qualche stagione, con l’innesto di cappotti in lana e giacche in pelle ( per questa primavera- estate anche in colori pastello). Ma la nascita di una collezione completa, con una identità propria, è un’operazione strategica: « Gli eventi portano a sfide acrobatiche, dobbiamo essere sempre pronti a reagire » , affer
ma Lusini che punta così a sostituire prodotti oggi meno appetibili e a spingere i ricavi, anche all’estero.
Peuterey, che fa capo alla società G& P Net di Altopascio ( Lucca), sta per chiudere il bilancio 2024 ( al 31 marzo) con ricavi vicini a 69 milioni, in linea con l’anno precedente ( quando l’ebitda era stato di 6,8 milioni), e un export del 40% concentrato in Germania, Benelux, Corea e Giappone. L’azienda ha appena ottenuto la certificazione sulla parità di genere, che valuta le azioni intraprese per creare un ambiente di lavoro inclusivo delle diversità e che riduca il divario di genere. « I nostri dipendenti sono all’ 80% donne – spiega la presidente – e già da anni in azienda abbiamo flessibilità d’orario per i genitori, nursery, attenzione alle esigenze femminili. Ora stiamo lavorando all’organizzazione di camp estivi per i bambini. Le donne devono essere messe in condizione di lavorare e le aziende devono impegnarsi di più: noi lo stiamo facendo e continueremo in questa direzione che è parte della sostenibilità sociale » .