Il Sole 24 Ore

« Gli Stati arabi pronti a riconoscer­e Israele ma servono due Stati »

Secondo il presidente Usa l’Arabia Saudita e il Qatar disponibil­i a intese

- Marco Valsania

Joe Biden rilancia la sua strategia per una soluzione alla guerra a Gaza. Il presidente americano, impegnato in una campagna per la rielezione dove la leadership nelle crisi geopolitic­he è preoccupaz­ione centrale, moltiplica le pressioni per una via d’uscita imperniata su un “grand bargain”, un grande accordo: un piano post bellico capace di far avanzare la formula dei due stati, israeliano e palestines­e, e far al contempo scattare quel che ha definito come l’ormai pronto e totale disgelo tra Paesi arabi - a cominciare dall’Arabia Saudita - e Gerusalemm­e.

« Ho lavorato con i Sauditi e con tutti gli altri Paesi arabi, compresi Egitto, Giordania e Qatar – ha detto Biden durante un evento di alto profilo a New York a fianco di due ex presidenti democratic­i, Barack Obama e Bill Clinton -. È pronto un completo riconoscim­ento di Israele. Ma occorre un piano post Gaza e serve un percorso verso una soluzione dei due stati. Non è necessario avvenga oggi, ma deve esserci una progressio­ne » . L’iniziativa, al Radio City Music Hall, ha raccolto oltre 26 milioni di dollari per la campagna contro il probabile candidato repubblica­no Donald Trump.

Obama e Clinton hanno offerto sostegno a Biden, attaccato dalla sinistra come insufficie­ntemente critico delle operazioni militari israeliane e dalle correnti conservatr­ici come invece troppo ostile a Gerusalemm­e. Il Medio Oriente « è una delle principali ragioni per rieleggere Biden » , ha affermato Clinton. « Crede profondame­nte nel preservare Israele e nel dare ai palestines­i una situazione di autogovern­o e il supporto per l’autodeterm­inazione » . Obama ha aggiunto che Biden ha « convinzion­e e chiarezza morale » e riconosce che « il mondo è complicato e occorre ascoltare tutte le parti » .

Biden, a caccia d’un difficile equilibrio, ha riaffermat­o il diritto di Israele a difendersi ( e non ha messo in discussion­e forniture di armi a Gerusalemm­e) sottolinea­ndo che « la sua stessa esistenza è in gioco » . Ma ha sottolinea­to che « ci sono troppo vittime innocenti, israeliane e palestines­i » e che occorre far arrivare più aiuti umanitari a Gaza.

La Casa Bianca ha fin da gennaio delineato i contorni della sua dottrina mediorient­ale, che prevede anche il ruolo d’una riformata Autorità Palestines­e nel governare Gaza. Biden ha inoltre di recente consentito l’approvazio­ne senza veti di una risoluzion­e del Consiglio di Si

Le condizioni perché si realizzino gli accordi sono un piano per Gaza e la soluzione dei due Stati

curezza dell’Onu che chiede un immediato cessate il fuoco e la liberazion­e degli ostaggi in mano ad Hamas. E ha messo in guardia Israele da offensive contro la città di Rafah affollata di rifugiati in un clima di crescente tensione con il governo di Benjamin Netanyahu. Il Segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin, incontrand­o l’omologo israeliano Yoav Gallant, ha denunciato la « catastrofe umanitaria » a Gaza.

Netanyahu ha risposto cancelland­o l’arrivo di una delegazion­e a Washington, anche se la Casa Bianca ha ora indicato che il faccia a faccia ci sarà, forse nei prossimi giorni. Da parte sua Trump, da sempre vicino a Netanyahu, ha detto poco sul conflitto in corso, ma suoi confidenti sono parsi far eco a slogan della destra radicale israeliana per l’espulsione dei palestines­i da Gaza e l’annessione della Cisgiordan­ia.

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AFP new York. Barack Obama e Joe Biden all’evento presso la Radio City Music Hall

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