Kiev, offensiva diplomatica in India e Africa
Il ministro degli Esteri Kuleba a New Delhi per la « formula di pace » di Kiev
Da un lato la visita in India del ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, atterrato a New Delhi per imbastire un dialogo che « presti un’attenzione specifica » alla « formula di pace » dell’Ucraina. Dall’altro, l’espansione della rete di ambasciate nell’Africa subsahariana, nel tentativo di arginare la penetrazione della Russia di Vladimir Putin. Sono le ultime tappe delle campagne diplomatiche dell’Ucraina, alla ricerca di interlocutori per spingere la sua « formula » di risoluzione del conflitto in una platea sempre più vasta di interlocutori. Come scrive l’agenzia Reuters, Kiev « spera » di organizzare un summit globale senza la partecipazione di Mosca, per tracciare la sua linea sulla fine del conflitto.
La visita di Kuleba in India
Sul fronte asiatico ieri è stato il giorno del vertice tra Kuleba e il suo omologo indiano Subrahmanyam Jaishankar. Un incontro atteso e delicato sia perché, all’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina, l’India non ha condannato Vladimir Putin, sia perché nei mesi successivi allo scoppio della guerra New Delhi ha approfittato delle sanzioni occidentali per fare incetta di petrolio russo a buon mercato, finanziando indirettamente la macchina bellica di Mosca.
Un atteggiamento in parte figlio dello storico rapporto privilegiato con l’Unione Sovietica durante la Guerra fredda e in parte di scelte strategiche ancora attuali, visto che il 36% delle importazioni indiane nel settore della difesa provengono dalla Russia, che continua a essere il primo fornitore di New Delhi. Una decina di giorni fa, il premier indiano Narendra Modi è stato uno dei leader che si è complimentato con Putin per la sua rielezione.
È in questo contesto che va collocata la visita a New Delhi di Kuleba, che ieri ha sottolineato il peso politico dell’India tra i Paesi del Sud Globale, ha spiegato che durante il vertice si è discusso della formula per raggiungere la pace e ha azzardato che il colosso asiatico potrebbe « influenzareilmodoincuiagiscelaRussia » .
Su un terreno meno accidentato di quello squisitamente politico, i due ministri degli Esteri hanno annunciato il ripristino, dopo due anni, dei rapporti commerciali e di cooperazione e ipotizzato un ruolo per le imprese di New Delhi nella ricostruzione.
La rete di Kiev in Africa
Kiev sta guardando anche altrove, sempre a Sud. L’Ucraina è al lavoro per intensificare la sua presenza nell’Africa subsahariana, una delle regioni più pressate dalla penetrazione militare, politica e - in prospettiva - economica della Russia.
Lo stesso Kuleba è reduce da quattro tour nella regione dallo scoppio del conflitto nel febbraio 2022, sempre con l’obiettivo di ribadire la « formula » di Kiev e rinsaldare i legami economicopolitici in un ventaglio di Paesi che va dal Senegal al Kenya, dal Marocco a un interlocutore ostico come il Sudafrica. All’epoca, l’intento dichiarato era di sottrarre i governi africani alla « morsa » della Russia. Oggi l’ambizione sembra, semmai, quella di bilanciare in
L’Ucraina cerca di recuperare terreno sulla Russia in Africa, fra tour diplomatici, consegne di grano e nuove ambasciate
corsa l’offensiva diplomatica del Cremlino, scandita dal dialogo sempre più fitto sul fronte militare e dall’ultimo round di telefonate dello stesso Vladimir Putin con i leader di Niger, Mali, Repubblica del Congo e, appunto, il Sudafrica di Cyril Ramaphosa.
L’azione diplomatica sarà affidata al presidente Zelensky in persona, atteso a sud del Sahara nei prossimi mesi per una visita istituzionale in più Paesi. Nell’attesa, Kiev pianifica di giocare sul suo soft power con l’aumento delle consegne cerealicole ai governi africani e un incremento della sua rappresentanza nella regione.
Un portavoce del governo ucraino, interpellato dalla testata Semafor Africa, ha rivelato che Kiev intende raddoppiare le sue ambasciate sul continente da 12 a 22- 24, mentre il vice- ministro dell’agricoltura Markiyan Dmytrasevych rivendica la consegna di 200mila tonnellate di grano. Il prossimo obiettivo in agenda, ha sottolineato, è di lavorare con il World Food Programme per ampliare l’assistenza alimentare a favore di Paesi come Mozambico, Mauritania, Gibuti, Repubblica democratica del Congo e Malawi.