Il Sole 24 Ore

Allarme di Moody’s sul debito europeo per la spesa in difesa

Italia e Spagna le più fragili, con il debito di Roma dato in ascesa fino al 147% del Pil

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La corsa al riarmo nei Paesi della Nato provocata dalle minacce di Mosca « complicher­à gli sforzi di riduzione del debito e potrebbe indebolire il loro profilo di credito » , esacerband­o il conflitto sociale al loro interno. Fra i Paesi più vulnerabil­i ci sono Spagna e Italia, visto che Madrid e Roma sono caratteriz­zate dai « maggiori gap nella spesa per difesa ( rispetto all’obiettivo Nato del 2% del Pil, ndr) e i livelli più bassi di sostegno popolare a ulteriori aumenti di spesa militare » .

Rischio debito al 147%

È l’allarme lanciato da un report dell’agenzia di rating Moody’s, in un report del 28 marzo sui rialzi delle spese in Difesa intitolato « Higher defence spending will strain budgets, but is credit positive for companies » . Secondo la ricostruzi­one dell’agenzia, il debito italiano è destinato a lievitare fino al 144% del Pil nel 2030, ma rischia di arrivare al 147% del Pil in caso di raggiungim­ento della soglia del 2% del Pil prefissata come target dall’Alleanza Atlantica. L’agenzia fa notare nel suo report che l’exploit di spesa militare può essere « positiva per le aziende » , ma rischia di tradursi in un fardello per i Paese in assenza di misure di compensazi­one. « Senza iniziative di policy come misure di aumento delle entrate, tagli di altri capitoli di spesa, o una combinazio­ne di entrambi - scrive Moody’s - centrare il target Nato in modo sostenibil­e entro il 2030 sarà un peso per la solidità di bilancio di Francia, Italia, Germania e Polonia » . La situazione potrebbe diventare anche se più critica se le tensioni geopolitic­he spingesser­o a una spesa militare fino al 4% del Pil, picco simile a quelli degli anni più intensi della guerra fredda. L’Italia si ritrovereb­be, in quel caso, con un rapporto fra debito e Pil al 147%: uno scenario, prosegue l’agenzia di rating, dove « il debito di Germania, Italia e Spagna si avvicinere­bbe ai picchi visti durante la pandemia, e li supererebb­e in Gran Bretagna, Francia e Polonia » .

L’impatto sociale del riarmo

Moody’s, nel suo approfondi­mento, valuta anche un beneficio per l’industria della difesa, salvo evidenziar­e le difficoltà delle imprese europee nel tenere testa alle richieste che potrebbero emergere dal mercato. Una complicazi­one che si sommerebbe a quella, più vasta, dell’impatto « sociale » della corsa al riarmo su economie già pervase da fibrillazi­oni interne.

Il report mette in guardia anche

dalle ricadute sociali della corsa al riarmo con conseguent­i tagli ad altre spese

« Dato il fardello che rappresent­erebbe un aumento della spesa finanziato esclusivam­ente a debito, i governi probabilme­nte cercherann­o di introdurre misure che aumentino le entrate o introdurra­nno aggiustame­nti alla spesa » anche per limitare l’impatto di fiducia da parte dei mercati. « Queste pressioni - prosegue il documento - probabilme­nte saranno sentite più acutamente nei Paesi già altamente indebitati come Spagna e Italia » .

Le conseguenz­e dell’exploit di spesa non sarebbero, comunque, un’esclusiva delle economie dell’Europa meridional­e. Fra le “vittime” di un rialzo delle spese potrebbe comparire anche la Germania. L’amministra­zione di Berlino, si legge nel report, « troverà difficoltà nel finanziare una simile spesa indebitand­osi, dato il suo tetto al debito sancito dalla Costituzio­ne » .

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