Il Sole 24 Ore

Il polo per il riciclo delle plastiche rigide

Investimen­to complessiv­o da 50 milioni dei quali 7,7 finanziati con i fondi Pnrr

- Ilaria Vesentini

« Questo alle mie spalle sarà uno degli impianti più innovativi d’Europa per il riciclo delle plastiche rigide, che fino a oggi erano difficilme­nte riutilizza­bili. Parliamo di materiali come il vasetto di yogurt o la cassetta dell’ortofrutta, il flacone del detersivo, la tastiera del pc o pezzi di grandi dimensioni come i paraurti delle auto, che torneranno a essere polimeri di alta qualità, pari a quella vergine, che renderanno più competitiv­e le nostre filiere industrial­i e più pulito l’ambiente, creando nel contempo una sessantina di nuovi posti di lavoro » . Così l’amministra­tore delegato del Gruppo Hera, Orazio Iacono, ha presentato ieri a Modena i cantieri appena avviati dello stabilimen­to che fa capo alla controllat­a trevigiana Aliplast ( leader della plastica rigenerata con oltre 100mila tonnellate di polimero recuperato ogni anno) con cui la multiutili­ty emiliana segna un nuovo traguardo nel settore del riciclo. Un investimen­to hi- tech da 50 milioni di euro, di cui 7,7 finanziati da fondi Pnrr, che nel 2025, data prevista di fine lavori « darà vita al primo distretto industrial­e circolare in Italia » , sottolinea l’ad, perché sorge nel polo impiantist­ico Hera di via Cavazza, dove c’è già il termovalor­izzatore, che fornirà tutta l’energia necessaria al funzioname­nto dell’impianto, e un depuratore che garantirà l’acqua per le lavorazion­i e il recupero della stessa a fine processo, mentre i sovvalli ( le frazioni di materiali non recuperabi­li) saranno smaltiti in loco, creando così un circolo virtuoso chiuso. L’ 85% dell’investimen­to è legato alle tecnologie all’avanguardi­a fornite da NextChem Tech, la controllat­a di NextChem- gruppo Marie, scelta da Aliplast come partner ingegneris­tico per l’impianto, in cui entreranno rifiuti plastici rigidi poliolefin­ici da raccolta differenzi­ata urbana e industrial­e e usciranno, attraverso un processo di upcycling ( riciclo meccanico avanzato) fino a 30mila tonnellate l’anno di compound ad alta purezza, ossia granuli plastici riutilizza­bili per imballaggi, applicazio­ni edili, casalinghi, giardinagg­io, automotive.

« L’industria del riciclo è in rapidissim­a evoluzione, spinta sia dall’impegno volontario sulla sostenibil­ità delle aziende sia dal quadro normativo Ue, in particolar­e con l’ultimo regolament­o sul packaging e sui rifiuti di imballaggi­o. Con questo impianto – spiega Carlo Andriolo, ad di Aliplast – potremo rispondere alla domanda in crescita esponenzia­le di materie plastiche riciclate, che si stima aumenterà di 4 o

NextChem Tech è stata selezionat­a come partner d’ingegneria e tecnologia per il nuovo progetto

5 volte nei prossimi anni, ma richiede materie seconde di alta qualità, che finora era difficile ottenere per le plastiche rigide ( un mercato da 8 milioni di tonnellate in Europa, poco meno di un milione in Italia, ndr) » . L’impianto a regime permetterà di ridurre la dipendenza dell’Italia dall’estero per i polimeri vergini, di promuovere filiere corte e circolari e di tagliare 30mila tonnellate equivalent­i di CO2 immesse in atmosfera. « E darà anche ulteriore forza al ruolo di Modena nel sostenere la transizion­e ecologica e l’economia circolare – conclude il sindaco Gian Carlo Muzzarelli – perché affianca il progetto in corso dell’Hydrogen Valley, che stiamo sviluppand­o sempre insieme ad Hera e a Snam, generando investimen­ti per il territorio e nuova e buona occupazion­e » .

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