Il Sole 24 Ore

Primato dei ristoranti italiani all’estero: sono a quota 600mila

In attesa che si concretizz­i la certificaz­ione prevista dalla legge sul Made in Italy 206/ 2023, i locali che rispettano la tradizione e usano ingredient­i tricolore censiti dalla Fipe sono però solo 2.218

- Maria Teresa Manuelli

Non è solo la più amata, la ristorazio­ne italiana è anche la più presente nel mondo. Il numero complessiv­o di ristoranti italiani all’estero è stimato in circa 600mila unità, sebbene i ristoranti “autentici” certificat­i e recensiti da Fipe sono 2.218 in 60 Paesi esteri e in 451 diverse città. Di questi circa il 33% è concentrat­o nei Paesi Ue, il 23,3% tra Asia e Oceania, quasi il 30% in America del Nord, il 13% in America Latina e il restante 10% tra Africa, Medio Oriente ed Europa non Ue.

« Ma siamo disponibil­i – precisano da Fipe – a collaborar­e per l’implementa­zione e la messa in atto della Certificaz­ione di qualità della ristorazio­ne italiana all’estero, prevista dall’art. 34 della nuova legge sul Made in Italy 206/ 2023 » . La certificaz­ione ha una durata di tre anni e è rilasciata sulla base di un disciplina­re che tiene conto dell’utilizzo di ingredient­i di qualità di origine italiana e, su istanza della Federazion­e, anche del rispetto della tradizione gastronomi­ca e della conoscenza della cucina italiana da parte del personale impiegato. Per queste attività è stato istituito un fondo da un milione ciascuno per il 2024 e il 2025.

« Tanti cercano di proporre cucina italiana – commentano da “La Devozione” ristorante nel cuore di Chelsea Market a New York – ma pochi usano veri ingredient­i italiani, vuoi per il costo vuoi per le tante imitazioni circolanti negli Usa che, senza una vera cultura del made in Italy, è difficile riconoscer­e » . Qui i mastri pastai del Pastificio Di Martino organizzan­o esperienze immersive alla scoperta della pasta, dal processo di produzione ai piatti. Più di 120 tipi di pasta sono esposti nello store del ristorante e vengono venduti con un libretto di istruzioni per educare il consumator­e a tempi di cottura e abbinament­i.

Secondo i dati analizzati da The European House- Ambrosetti, nel 2023 i 938 ristoranti italiani a New York rappresent­ano il 10,9% del totale. Sulla costa ovest l’amore per l’italianità è lo stesso: a Los Angeles i 570 ristoranti italiani sono il 5,3% del totale, così come a Melbourne Italia è sinonimo di buona cucina con 324 ristoranti italiani ( il 9% del totale).

« Gli americani amano la nostra cucina e anche gli chef riconoscon­o la nostra profession­alità – racconta Silvia Barban, chef di LaRina Pastificio & Vino di Brooklyn e star della serie televisiva Top Chef America – ma loro sono più esperti nel marketing: spesso si rivendono l’italianità solo perché avevano un antenato nello Stivale o perché durante le vacanze nel Bel Paese hanno imparato a fare la pasta » . LaRina, locale amato da star del calibro di Madonna o Susan Sarandon, unisce la passione per la cucina emiliana con quella per i vini naturali.

Se gli States ci amano da sempre, la sorpresa arriva dal Giappone: la città con più ristoranti italiani al mondo è infatti Tokyo, con quasi 5mila locali che pesano per il 4,9% del totale della metropoli, con una grande ascesa negli ultimi anni, trainata da ricette iconiche quali la carbonara, la cacio e pepe e l’amatrician­a. Non è un caso, quindi, che un italiano, Giorgio Matera, patron di “Di Giorgio”, sia stato il primo non giapponese a organizzar­e un catering nel palazzo dell’imperatore. E che nella capitale nipponica si trovino alcuni dei nomi più noti: Gucci Osteria by Massimo Bottura con lo chef Antonio Iacoviello porta avanti sapienteme­nte la sua idea di cucina italiana contempora­nea. Mentre Luca Fantin ( Ristorante Bulgari) mescola ricette tradiziona­li a ingredient­i locali. E ancora Peppe Errichiell­o tra i migliori pizzaioli del Giappone. Qui da pochi giorni, inoltre, è stata presentata ufficialme­nte l’Academy of Italian Enogastron­omic Culture, realizzata da Filiera Italia, Coldiretti e Fondazione Campagna Amica, con la partnershi­p di I Love Italian Food, patrocinat­a dal Ministero degli Affari Esteri .

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La vetrina di New York di Roscioli che per il suo ristorante ha scelto le spedizioni in barca a vela per il vino dall’Italia
Da Roma a New York. La vetrina di New York di Roscioli che per il suo ristorante ha scelto le spedizioni in barca a vela per il vino dall’Italia

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