IL SETTORE ENERGETICO SORPRENDERÀ I PESSIMISTI, SOSTENENDO IL FTSE MIB
Le mie previsioni per il 2024 sono confermate dall’andamento delle azioni, che proseguono la loro ascesa, pronte a realizzare un buon, se non ottimo, risultato nel corso del 2024. Tuttavia, le azioni del settore energetico non sembrano - per ora - così “energiche”. Ma siate pazienti. L’Energia dovrebbe conquistare la leadership più avanti nell’anno, sorprendendo molti. Vi spiego perché.
In pochi si aspettavano il calo dello 0,9% del settore energetico nel 2023, mentre i mercati mondiali crescevano del 19,6%. Le azioni italiane del settore dell’Energia hanno ottenuto un risultato migliore, guadagnando il 19,1%, ma sono rimaste indietro rispetto al + 34,1% registrato complessivamente dal mercato italiano.
Dopo la sovraperformance del 2022 alimentata dalle quotazioni elevate del petrolio, molti hanno iniziato a vedere grandi carenze nella fornitura, dovute alle guerre e ai tagli dell’OPEC+.
Eppure, già all’inizio del 2023 il petrolio era crollato dai massimi del marzo 2022. La crescita della produzione globale, già elevata, ha dissipato i timori di una carenza dell’offerta e ha mantenuto i prezzi tra i 70 e i 95 dollari, ostacolando le imprese del settore energetico, i cui profitti procedono in parallelo con i prezzi del greggio.
Oggi molti investitori prevedono risultati simili nel 2024, e si affrettano a ridurre le loro posizioni nei titoli del settore energetico. Tuttavia, i prezzi del petrolio sono destinati a salire nel corso dell’anno, favorendo l’Energia.
I motivi? Non riguardano certo i tagli alla produzione dell’OPEC+, scontati da tempo e perlopiù simbolici e neanche gli stop alla produzione di altro gas naturale liquefatto da parte di Biden - che in ogni caso non impediranno agli impianti già attivi di garantire un’ampia fornitura.
Piuttosto, tutto ruota attorno agli incentivi. Quando le aziende energetiche hanno visto crescere le quotazioni nel 2022, hanno aumentato la produzione per capitalizzare. Oggi i produttori americani stanno completando i pozzi più velocemente di quanto non impieghino a perforarne altri. Le riserve dei pozzi trivellati e non completati negli USA sono scese del 17,9% a/ a. Questo significa che possono essere disponibili meno scorte in modo rapido.
I produttori non stanno sostituendo le scorte. Dopo anni di preparazione, i grandi trivellatori ora sono operativi. Con obiettivi prudenti di produzione, gli impianti di perforazione negli USA sono scesi dai 621 della fine del
2022 ai 506 di oggi. I pozzi trivellati in America sono in calo del 18,6% a/ a. La produzione procede in ritardo di sei mesi rispetto ai pozzi perforati. Presto rallenterà di molto.
Intanto, molti sottostimano la domanda di petrolio globale, temendo sacche di debolezza, ad esempio in Germania. Ma un andamento dell’economia migliore del previsto nell’Eurozona, una solida crescita del PIL USA, la stabilità della domanda cinese fanno prospettare un fabbisogno di energia maggiore rispetto a quanto previsto dagli analisti.
Pertanto, i prezzi del petrolio dovrebbero salire, tornando vicino ai massimi del 2023. Questo, in aggiunta alla razionalizzazione dei costi, dovrebbe alimentare i profitti del settore energetico. Il mercato italiano ne trarrà beneficio anche se non quanto le compagnie petrolifere di USA e UK, che presentano bilanci migliori, più bassi costi di produzione e modelli di business integrati.
Diversificate su scala globale, approfittando di questo mercato rialzista, in attesa che l’Energia dia una scossa ai mercati più avanti nel corso dell’anno.
I prezzi del petrolio dovrebbero salire, tornando vicino ai massimi del 2023