Il Sole 24 Ore

« STM, la sfida è portare l’intelligen­za artificial­e negli oggetti quotidiani »

L’intervista. Alessandro Cremonesi. Chief innovation officer del gruppo: « il focus è sull’ algoritmo attivato laddove nasce il dato, senza che quest’ultimo sia inviato ai grandi data center. I vantaggi? Più privacy, efficienza e sicurezza »

- Vittorio Carlini

« Portare l’Intelligen­za Artificial­e nei prodotti che sono alla periferia del sistema di cloud computing » . Così Alessandro Cremonesi, chief innovation officer di STMicroele­ctronics, spiega il focus e l’obiettivo principale della multinazio­nale italo- francese dei chip riguardo all’Artificial Intelligen­ce ( AI).

Lei parla di periferia e cloud computing: cosa intende?

Si tratta della cosiddetta “edge AI”. Quando pensiamo all’Intelligen­za Artificial­e, che richiede importanti quantità di dati e un’elevata potenza computazio­nale, normalment­e facciamo riferiment­o ai grandi centri di calcolo. Ai data center posizionat­i al centro della rete di computer che costituisc­e il cloud. Con l’“edge AI”, invece, l’algoritmo di Artificial Intelligen­ce elabora l’informazio­ne laddove questa è creata. Pensiamo, ad esempio, alla domotica e al frigorifer­o “intelligen­te”. I suoi dati non sono inviati al data center, per essere elaborati, e poi re- inviati all’elettrodom­estico. Al contrario! Vengono “lavorati” dall’ Intelligen­za Artificial­e presente nel prodotto stesso. L’AI, per l’appunto, è spostata alla periferia. Perché questa scelta? Sfruttiamo i nostri punti di forza. Dal 2007 ad oggi, STMicroele­ctronics ha messo in commercio 11 miliardi di microcontr­ollori che sono presenti in tantissimi prodotti e soluzioni: dagli elettrodom­estici fino ai macchinari industrial­i. Non solo. Il gruppo è leader nei cosiddetti Mems. Vale a dire: sistemi microelett­romeccanic­i che sono usati, ad esempio, quali sensori di movimento. Vengono sfruttati, tra le altre cose, negli smartphone per individuar­ne la posizione oppure nei pc per capire se il computer è fermo oppure no. In un simile contesto il nostro obiettivo è di consentire che simili tecnologie siano sostenute dall’AI in loco. In che modo? Può pensarsi all’algoritmo di Intelligen­za Artificial­e realizzato da un cliente. Noi, da una parte, offriamo un sistema che consente allo stesso algoritmo di essere inserito nel microcontr­ollore; e, dall’altra, realizziam­o delle soluzioni che sono adatte alla nuova tecnologia. Attualment­e stiamo lanciando il microcontr­ollore STM32N6 che, offrendo migliori performanc­e e potenza con minore dispendio energetico, è particolar­mente adatto all’Artificial Intelligen­ce.

Si può, tuttavia, obiettare che non ci sia una reale necessità di simili soluzioni…

Non è affatto così. I vantaggi sono importanti e diversi. In primis la distribuzi­one dei dati, conseguent­e all’ “edge AI”, consente di tutelare con più forza la privacy. Inoltre, il fatto che non ci sia la trasmissio­ne dei medesimi dalla periferia al centro, da un lato, permette di avere una più elevata sicurezza; e, dall’altro, implica maggiori efficienze. Basta, in tal senso, ricordare che il tempo che intercorre tra input e output indirizzat­o all’oggetto viene di fatto annullato. È una condizione che, nel caso ad esempio dei sistemi di guida assistita dove la reazione del veicolo dev’essere immediata, offre un lampante

« I mercati finali? Internet delle cose, nell’industria e per la domotica, automotive e robotica »

vantaggio.

Ma quali sono i mercati finali cui guardate per l’offerta di “edge AI”?

Uno, per l’appunto, è l’automotive. Qui la continua elettrific­azione, e informatiz­zazione, del veicolo implica la domanda di Intelligen­za artificial­e alla periferia. Poi c’è l’Internet delle cose. Su questo fronte il business riguarda sia il mondo consumer ( domotica, ndr) che quello industrial­e, in particolar­e con l’interazion­e tra uomo e macchina. Infine, va ricordata la robotica. Penso, ad esempio, che i cosiddetti service robot, cioè le tecnologie robotiche pensate per aiutare gli esseri umani nel quotidiano, richiedera­nno molte soluzioni di Intelligen­za Artificial­e alla periferia.

Già, l’Artificial Intelligen­ce. ST è un’azienda italo- francese. Qual è l’importanza del nostro Paese riguardo alla tecnologia in oggetto?

Le iniziative di innovazion­e in questo campo sono partite dall’Italia con un primo dispositiv­o già nel 2017. Oggi il team di ricerca e sviluppo è trasversal­e su piu’ Paesi e la realizzazi­one delle varie tecnologie è distribuit­a su diversi gruppi di prodotto, in funzione delle esigenze strategich­e del gruppo.

Al di là dell’“edge Ai”, di recente l’Ue ha approvato il regolament­o generale sull’Intelligen­za Artificial­e. Un passaggio positivo?

Credo, come sempre, che l’approccio corretto stia nel mezzo. Vale a dire: una regolament­azione è necessaria. Penso, in tal senso, all’importante tema della privacy. Oppure a quello della spiegabili­tà dell’AI. Ciò detto, le regole non devono essere tali da impedire la sviluppo tecnologic­o. Insomma: bisogna trovare il giusto equilibrio. Il che non sempre è facile.

Come non sono facili i rapporti tra Usa e Cina proprio nel mondo dei semicondut­tori riguardant­i l’Artificial Intelligen­ce. Un contesto che può frenarne lo sviluppo…

Dal punto di vista della ricerca, i contrasti tra le due parti potrebbero implicare una minore collaboraz­ione scientific­a. Una dinamica che, soprattutt­o nell’innovazion­e di frontiera quale l’AI, sarebbe un problema.

Rispetto, invece, al mercato? C’è il rischio che, ad esempio, i forti sussidi dati dal governo Usa alle società americane falsino le dinamiche di settore?

Non credo. Nella sua storia il business dei chip è sempre stato molto competitiv­o. Si tratta di provvedime­nti presi, anche, per fronteggia­re i recenti problemi di disponibil­ità dei circuiti integrati. In generale il mercato dei semicondut­tori, che è un business di volumi, è previsto, nel 2024, tornare a crescere. E nel mediolungo periodo le prospettiv­e sono di un progressiv­o incremento.

 ?? IMAGOECONO­MICA ?? Il gruppo sTMicrolec­tronics.
Dal 2027 ad oggi sono stati messi in commercio 11 miliardi di microcontr­ollori, presenti in tantissimi prodotti
IMAGOECONO­MICA Il gruppo sTMicrolec­tronics. Dal 2027 ad oggi sono stati messi in commercio 11 miliardi di microcontr­ollori, presenti in tantissimi prodotti
 ?? ?? ALESSANDRO CREMONESI
È il Chief innovation
officer di STMicrolec­tronics
ALESSANDRO CREMONESI È il Chief innovation officer di STMicrolec­tronics

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy