Mattarella chiama il padre di Ilaria: « Farò il possibile »
« Disparità tra il nostro sistema, ispirato ai valori europei » e quello ungherese Dopo Pioltello e i manganelli, il Colle invocato come punto di riferimento costituzionale
Ci sono due sistemi, il nostro « ispirato ai valori europei e il loro » . Parla di diritti e di diritto Mattarella nella telefonata di ieri mattina al padre di Ilaria Salis, Roberto, a proposito delle condizioni in cui si sta svolgendo - in Ungheria - il processo e la carcerazione preventiva di sua figlia. È il capo dello Stato a chiamare dopo la lettera che il padre gli aveva scritto, allarmato per le condizioni di Ilaria, insegnante di 39 anni, detenuta da 13 mesi e portata alle udienze con manette e catene ai piedi. Una lettera in cui denuncia, soprattutto, la disparità di trattamento con un altro italiano, Gabriele Marchesi, imputato dai giudici ungheresi per gli stessi reati ma che la Corte d’Appello di Milano non ha consegnato a quel sistema per il rischio di una carcerazione non rispettosa dei diritti della persona.
È così che Roberto Salis, richiamando il principio costituzionale dell’uguaglianza di tutti davanti alla legge, ha scritto a Mattarella. E la risposta, a voce, è arrivata dopo un giorno: una telefonata di vicinanza verso un padre che sperava di alleviare le condizioni di sua figlia. Solidarietà, dunque, ma ciò che « colpisce » l’opinione pubblica è quella disparità determinata, appunto, dalla « differenza » tra il nostro sistema e quello ungherese. Così come restano impresse quelle immagini di Ilaria condotta in tribunale praticamente in catene.
« Speravamo in giorni diversi, farò il possibile » , ha promesso Mattarella a Salis spiegando però che il suo raggio d’azione è limitato e non operativo e che le scelte, su questo caso, passano dal Governo. Di certo, dopo l’impegno preso, ne parlerà con il ministro Antonio Tajani, titolare degli Esteri. Ricordiamo, però, che nonostante l’intervento del Governo, è stata respinta la richiesta di arresti domiciliari per Ilaria che è accusata di lesioni verso due militanti di estrema destra mentre partecipava a una manifestazione destra europei riuniti per il “Giorno dell’Onore” nel febbraio 2023.
C’è da dire che non è la prima volta che il capo dello Stato risponde a un appello. Anzi, la frequenza con cui molti cittadini si rivolgono a lui dimostra come sia diventato un punto di riferimento in tema di diritti, di rispetto dei valori costituzionali. E lui stesso si sente interpellato quando i fatti richiedono la presenza del garante della Carta. Il caso che ha fatto più rumore è stato il suo intervento su quei manganelli usati da alcuni poliziotti a Pisa contro i ragazzi. Ecco, in quella circostanza disse che « sono un fallimento » dello Stato. Ne seguì anche una polemica con Meloni poi rientrata quando la premier, qualche giorno dopo, spiegò che non si riferiva al capo dello Stato qualche giorno fa, c’è stato il caso della scuola di Pioltello, chiusa il giorno della fine del Ramadan per le molte assenze tra studenti pachistani e arabi ( il 46%). Anche in quella circostanza a scrivergli è stata la vicepreside, incassando « l’apprezzamento » del Colle per il lavoro svolto dai docenti mentre Salvini si è schierato contro l’istituto. Ancora prima c’era stato il racconto della ragazza argentina che gli ha riferito di quando le dicevano di tornarsene al suo paese. « È una sciocchezza, il tuo Paese è questo » , gli rispose Mattarella. Insomma, la lettera di Salis è l’ultimo episodio di una serie. E i suoi interventi sono ben lontani da un controcanto politico ma si ispirano alla Costituzione di cui resta custode.