Silenzio di Palazzo Chigi, pesa anche la partita Ue
Tensioni destinate a crescere in settimana con i voti su Salvini e Santanchè
Da Palazzo Chigi silenzio. E non ci sono neppure prese di posizione da parte di esponenti di Fdi sulle parole di Sergio Mattarella. Su quella « differenza » tra il sistema giudiziario italiano « ispirato ai valori europei » e quello vigente nell’Ungheria di Viktor Orban che porta in ceppi gli imputati nelle aule dei tribunali. Nel centrodestra a prendere posizione è Maurizio Lupi. Il leader di Noi moderati, pur invitando a « non politicizzare la vicenda » , assicura che le parole di Mattarella sono espressione di « vicinanza » di tutte le istituzioni perché l’immagine di Ilaria Salis in catene « è lesiva della dignità » di qualunque persona e « l’Italia deve farsi rispettare » . Finora però nulla è cambiato. Lo provano le ultime immagini di Salis in catene.
« Né io né Orban possiamo entrare nel giudizio che compete alla magistratura » , disse a inizio febbraio Meloni dopo il faccia a faccia a Bruxelles con il suo omologo magiaro. Quanto alle catene mani e piedi a Salis « sono immagini che da noi impattano ma funziona così anche in altri Stati occidentali » . Di « autonomia della magistratura » ungherese parla anche Paolo Barelli capogruppo di Forza Italia alla Camera vicinissimo al vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
La linea al momento resta la stessa. E certo non agevola che tutto questo stia avvenendo a poco più di due mesi di distanza dalle elezioni dell’ 8- 9 giugno destinate a incidere pesantemente sugli equilibri a Bruxelles nei quali rientra anche la collocazione di Orban e del suo partito Fidez. L’ipotesi al momento più accreditata è che Orban venga accolto dai Conservatori dove siedono anche i deputati di Fratelli d’Italia destinati a diventare la formazione numericamente più rilevante. Un approdo che però non è affatto scontato. Soprattutto per le posizioni filo Putin del premier ungherese invise ai polacchi del Pis.
Meloni anche di recente ha evitato di fornire anticipazioni limitandosi ad osservare che « il tema non è all’ordine del giorno » rivendicando invece il lavoro diplomatico portato avanti al Consiglio europeo per ammorbidire i veti di Orban sugli aiuti all’Ucraina. « Giorgia Meloni probabilmente ha perso il telefono dove conservava il numero di Orban » , sottolineava ieri Riccardo Magi di Più Europa a proposito dell’assenza di iniziativa da parte della premier per Ilaria Salis. Ma quanto l’alleanza tra la leader di Fdi e il premier ungherese sia destinata a consolidarsi si capirà solo dopo il voto di giugno, quando numeri alla mano sarà possibile intuire il colore della futura maggioranza e anche le chance della candidatura di Ursula von der Leyen. La presidente del Consiglio fino ad allora terrà le carte coperte cercando di schivare i colpi dei suoi avversari ma anche dei suoi alleati.
Le tensioni nella maggioranza sono infatti destinate ad acuirsi. La prossima settimana alla Camera si discuterà la mozione di sfiducia su Matteo Salvini per i rapporti tra la Lega e Russia Unita oltre a quella sulla ministra del Turismo di Fdi Daniela Santanchè. Due passaggi destinate a infuocare il confronto con le opposizioni ma anche a evidenziare i distinguo tra i partiti della maggioranza.