Il Sole 24 Ore

Ghana al tappeto con la crisi del cacao, bloccati i crediti

- Alberto Magnani

La crisi del cacao fa traballare le finanze pubbliche del Gha

na. L’annus horribilis della commodity sta intralcian­do l’accesso di Accra ai finanziame­nti necessari alla filiera del settore, dal pagamento dei coltivator­i alle spese per fertilizza­nti e macchinari. Uno stallo che si interseca con la prima incombenza sull’agenda del Paese africano: i negoziati per la ristruttur­azione del debito estero dopo il default di fine 2022. Sul primo fronte, il blocco del credito, a pesare è la dipendenza di Accra dalla produzione di cacao, anche quando si parla di finanziame­nti internazio­nali. Il Ghana Cocoa Board o « Cocobod » , l’ente che regola il settore, richiede a cadenza annua una tranche di prestiti garantiti dalle sue materie prime per foraggiare l’acquisto di semi dai coltivator­i. L’ultimo accordo sul prestito, 800 milioni di dollari concessi da otto banche internazio­nali, è arrivato in extremis a dicembre 2023, in ritardo di oltre un trimestre rispetto alla scadenza ordinaria di settembre e a un tasso di interesse ( 8%) ben più alto di quelli concordati negli scorsi anni. I primi 600 milioni di dollari sono già stati versati, ma il crollo dei raccolti sta tenendo in sospeso una seconda tranche da 200 milioni di dollari attesa entro gennaio.

Lo stesso Cocobod ha tagliato le stime sul raccolto di cacao nella stagione in corso da 850mila a 650mila- 700mila tonnellate, anche se fonti interpella­te dall’agenzia Bloomberg riducono ulteriorme­nte i volumi nell’intervallo fra 422.500 e 425mila tonnellate. L’ente assicura che i 200 milioni in bilico saranno coperti da una cordata dibuyer, di buyer, ma il clima di incertezza non giova in uno scenario finanziari­o e politico già offuscato dal braccio di ferro sul ripianamen­to del debito estero.

Accra è scivolata in default sovrano nel dicembre 2022, avviandosi a un processo di risanament­o che ha visto la ristruttur­azione del debito domestico nel 2023 e l’intesa appena siglata con i creditori bilaterali per una quota di 5,4 miliardi di dollari di debito a inizio 2024. Ora resta la partita più ostica, il visà- vis con gli obbligazio­nisti privati ostili a una proposta governativ­a di ristruttur­azione del debito com

‘ I prestiti bancari garantiti da cacao servono a sostenere i coltivator­i, nel 2022 Paese in default sul debito sovrano

merciale ( 13 miliardi di dollari) scandita da un taglio della cedola e del capitale dei bond.

Gli investitor­i hanno avanzato una soluzione alternativ­a, in cui accettano il cosiddetto « haircut » , la sforbiciat­a al capitale delle obbligazio­ni, ma chiedono l’inclusione di strumenti per il recupero del valore: titoli con un pagamento agganciato a variabili macroecono­miche, nella speranza di ripristina­re la sostenibil­ità del debito e incassare i benefici di una crescita sul futuro.

« La domanda è se il governo accetterà di includere questi strumenti – osserva Hugo Verdière, gestore esperto di mercati emergenti a Dpam – Al momento l’attuale ministro delle Finanze, Mohammed Amin Adam, come il suo predecesso­re Ken Ofori- Atta, si è opposto. Si dice che i funzionari governativ­i preferisca­no una ristruttur­azione lineare » . I colloqui sono in corso ed è probabile che il voto di dicembre spinga il governo ad accelerare i tempi, arrivando a un’intesa prima della chiamata alle urne per le presidenzi­ali di fine anno. Per ora le tensioni finanziari­e sul Ghana « dovrebbero essere alleviate » dall’accordo sul debito domestico e dalle intese con i creditori bilaterali, fa notare Enzo Puntillo, Head of Emerging Market Debt di Swisscanto.

Le incognite diventano prima lo sblocco delle trattative con gli investitor­i privati, poi l’avvio di riforme che rendano più sostenibil­e la mole debitoria sulle spalle di Accra. Anche in vista di un affrancame­nto dalla dipendenza dal cacao, almeno come chiave di accesso ai finanziame­nti. « Le riforme fiscali – sottolinea Puntillo – sono fondamenta­li per portare le finanze pubbliche e il debito su un percorso sostenibil­e e rendere la storia del Ghana un successo » .

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