Il Sole 24 Ore

Dalle spiagge ai vicoli tra i sapori caleidosco­pici della magica Bahia

- — Fernanda Roggero

Le interminab­ili spiagge bianche di Itaparica e Morro de São Paulo, dove si infuocano le griglie per i brunch domenicali, con pesci e molluschi procurati dai pescatori- artigiani dell’Alleanza Kirimurê. Potrebbe iniziare sulle rive di una di queste isole al largo di Salvador l’incontro con Bahia, lo stato più leggendari­o e affascinan­te del Brasile. Un’architettu­ra coloniale dai colori vivaci convive con una radicata eredità africana, impregnata di sincretism­o religioso. Una cucina succulenta dove si intreccian­o suggestion­i e radici variegate e profonde. I ritmi della musica Axè, dall’energia contagiosa che si accende all’improvviso per strada o in minuscoli caffè. Passeggiar­e nel Pelourinho, il quartiere storico nel cuore della capitale Salvador, è il modo migliore per avvicinars­i a questo universo di strade acciottola­te, chiese, murales, patrimonio mondiale dell’Unesco. Ci si perde negli stretti vicoli e con un’acqua di cocco tra le mani si attraversa la celebre piazza, per arrivare alla Chiesa di São Francisco, al Museo Afro- Brasiliano e all’edificio azzurro che ospita la Fondazione Jorge Amado. Merita una visita l’albergo Wish, dichiarato bene culturale dello Stato di Bahia, considerat­o un riferiment­o dell’architettu­ra modernista brasiliana: contiene 350 opere di Genaro de Carvalho, Carybé e Julio Espinosa, interpreti di spicco del puro folklore bahiano.

Per toccare il cuore più vivo della città occorre però visitare la Feira di São Joaquim nel quartiere Água de Meninos: è molto più di un mercato, molti la consideran­o l’espression­e più autentica dello spirito cittadino. Esiste da oltre 300 anni e ci trova qualsiasi cosa, dai generi alimentari all’abbigliame­nto, oggetti di piccolo artigianat­o e strumenti di lavoro, ma anche quelli necessari alle cerimonie religiose della cultura afro- brasiliana, dagli abiti bianchi alle erbe, oltre a essere palcosceni­co per le esibizioni di musicisti, ballerini e capoeirist­i. La musica non manca mai a Salvador. I candidi riti del candomblé non sono per tutti, ma i ritmi tradiziona­li africani e gli spettacoli al suono di tamburo del Gruppo Culturale Olodum, simbolo dell’identità afro- brasiliana di Salvador, evocano emozioni difficili da dimenticar­e.

Infine il cibo, ricco, succulento, speziato, una tavolozza di colori e sapori dove confluisco­no influenze africane, portoghesi e indigene. Non può mancare la moqueca de camarão, stufato di frutti di mare cotto a fuoco lento in latte di cocco e olio di dendê, e si termina con la cocada, delizioso dolce al cocco. Ma il re dello street food è l’acarajé, vero e proprio patrimonio culturale di Bahia, una frittella di piselli dall’occhio nero fritta in olio di palma, che può essere riempita con pepe, vatapá ( una pasta a base di gamberi, latte di cocco e pane), stufato di gombo, gamberi essiccati e insalata. In Largo da Mariquita, uno dei luoghi più trendy del quartiere Rio Vermelho, l’acarajé di Cira è considerat­o il migliore di Salvador. La scena gastronomi­ca ormai molto varia della città offre però anche interessan­ti proposte contempora­nee: Manga, affacciato sull’oceano, è la miglior interpreta­zione della tradizione locale con occhio attento alle tendenze attuali. Ai fornelli c’è la coppia Bassi, Dante, bahiano doc, e Katrin, abilissima pastry chef tedesca. Si sono conosciuti nelle cucine dei grandi ristoranti europei per poi decidere di avviare il proprio progetto in Brasile. I menu degustazio­ne multisenso­riali sono giocosi, irriverent­i e in qualche caso audaci, come le zampe di pollo croccanti alla crema di paprika - che richiede 12 ore di preparazio­ne - con cui si accompagna il cocktail di cachaça. La proposta diventa poetica nell’Oferenda, piatto elaborato e simbolico a base di anatra creato in omaggio al Candomblé. L’anno scorso Manga è stato premiato come miglior ristorante del nord- est del Brasile ed è stato incluso nella Discovery 50 Best.

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Riccio di roccia con tapioca servito da Manga
Fusioni. Riccio di roccia con tapioca servito da Manga

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