Come l’intelligenza artificiale ha rivoluzionato il videogioco
Anche se per ora non ce siamo accorti presto arriverà una nuova generazione di giochi elettronici in grado di intrattenerci con dialoghi quasi umani e capaci di adattare la sfida al nostro livello di abilità
Quella del videogioco è stata da sempre una “industria” condannata a innovare. La sua storia procede per piccoli salti. Con l’intelligenza artificiale generativa la rivoluzione sarà però più radicale rispetto ad altri settori produttivi. Non sappiamo esattamente quanto resterà come prima ma sul come e sul perché una idea più chiara ce l’abbiamo. Anche perché il processo di creazione del videogioco già da tempo usa l’intelligenza artificiale. Non quella generativa ma quella diciamo “classica” che va dal machine learning in su.
Con l’avvento dell’Ai gen che datiamo a novembre del 2022 con la comparsa sulla scena di ChatGpt però la scossa è stata più forte. Ad accorgersene sono stati in primis gli addetti ai lavori anche se la crisi di licenziamenti che hanno colpito sviluppatori, editori e produttori videoludici non è da attribuire interamente a questa tecnologia rivoluzionaria. Del resto, la possibilità di generare immagini, audio e testo ( e ora anche video) con qualità crescente non poteva non sedurre una industria creativa condannata a una innovazione tecnologica competitiva costante come quella del gaming.
La sperimentazione è iniziata e si è sviluppata sicuramente in modo scomposto. Ci sono studi di sviluppo che hanno usato per esempio Midjourney per generare sfondi, ambientazioni e creature del gaming come Square Enix con Foamstars. A dicembre l’ammissione dell’uso di questi tool per generare le immagini nel gioco High on Life di Squanch Games sollevò molte polemiche da parte di chi programmatori e artisti che lavorano in questo mercato. Nei mesi seguenti gli annunci da parte di colossi di Ubisoft e Electronic Arts di un uso più massiccio dell’ai generativa e le notizie di licenziamenti ha in parte reso più evidente che qualcosa nella produzione e progettazione del videogioco sarebbe cambiato. Come è avvenuto e sta avvenendo in molti settori della produzione di contenuti c’è chi però sostiene che l’apporto creativo umano non verrà interamente automatizzato. Per i piccoli studi di sviluppo cambia la fase di prototipizzazione. Con l’ai generativa si ridurre i tempi per la realizzazione delle demo Come dire, questi strumenti aiutano a mettere a terra idee e meccaniche di game desing ma poi per confezionare un gioco, assicurano, serve affidarsi a professionisti preparati con idee e talento. Detto questo., intervistato dal The Guardian, Shuhei Yoshida uno degli uomini di punta di Playstation attualmente a capo della sezione PlayStation dedicata al supporto degli sviluppatori di videogiochi indipendenti sulle console di casa Sony ha spiegato che secondo lui lo sviluppo delle intelligenze artificiali renderà inutile o quasi imparare a programmare per sviluppare videogiochi. Segnali di questo tipo arrivano anche dai Big dell’Ai. Nelle scorse settimane DeepMind di Google dopo 200mila ore di “addestramento” ha annunciato Genie un nuovo modello d’intelligenza artificiale generativa che può realizzare dei videogiochi bidimensionali partendo da un “prompt” testuale, ma anche una foto o un semplice bozzetto su un foglio di carta. Ubisoft e Nvidia stanno lavorando a una nuova generazione di videogiochi popolati da Npc potenziati con chatbot in modo da conversare con il giocatore umano. Immaginiamo giochi che apprendono in tempo reale chi siamo e come giochiamo per rendere la sfida più interessante. O più facile. E questo è forse una delle tentazioni più inquietanti per i produttori di videogiochi. Lavorare sulla frustrazione del giocatore per spingerlo a giocare rendendo la sfida sempre nuova e attraente. Sempre DeepMind sta sperimentando SIMA ( Scalable, Instructable, Multiworld Agent), un agente di intelligenza artificiale addestrato proprio per portare a termine le sfide che normalmente si incontrano nei videogiochi, elaborando il linguaggio naturale, comprendendo mondi 3D e riconoscendo scenari e immagini. E’ forse il progetto più soprendente perché è una ai che gioca sta imparando a giocare ai videogiochi. Un giorno si potrebbe immaginare di avere agenti come Sima che giocano con voi e con i vostri amici. E che magari, proprio perché ci vogliono bene, ci lasceranno vincere.