Stoccaggi al 58,3%: faro sul prossimo inverno
Le leve dell’ampliamento di capacità e della gestione ottimizzata degli impianti
È un buon punto di partenza in vista della prossima stagione invernale e del processo di riempimento che dovrà cominciare a stretto giro, ma anche un puntello importante nel mosaico complessivo della sicurezza energetica. Perché l’attuale asticella del 58,3% di riempimento degli stoccaggi ( dato al 31 marzo) consente di guardare ai mesi a venire con un certo ottimismo avendo ormai alle spalle la stagione fredda caratterizzata un po’ ovunque, Italia inclusa, da temperature particolarmente miti.
Un assist rispetto al tema delle riserve di gas che, va detto, sono state riempite nei mesi scorsi con una velocità molto significativa tanto che, solo per citare qualche numero, a febbraio 2022 eravamo al 48% a fronte del 71% dello stesso mese dell’anno scorso. Merito soprattutto del lavoro portato avanti da Stogit, il “braccio” di Snam e principale operatore del settore che ha lavorato su più fronti, dalla gestione ottimizzata dei suoi impianti all’ampliamento in via strutturale della capacità di stoccaggio.
Sul primo fronte, Snam ha incassato nei mesi scorsi tutti i decreti di valutazione d’impatto ambientale e le autorizzazioni rilasciate dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica che hanno dato esito positivo all’esercizio in sovrappressione degli impianti di Ripalta, Minerbio e Sergnano: si tratta di una pratica “rodata” e ampiamente diffusa anche a livello internazionale che consente, grazie a limitati interventi sulla pressione, un sensibile incremento dei volumi di gas incrementabili, nonché un aumento della prestazione di punta poiché, a parità di flusso erogato, garantisce maggior energia dal punto di vista della pressione.
Accanto a questo, Snam sta poi accelerando sulla strada del potenziamento della capacità di stoccaggio in via strutturale attraverso lo sviluppo di nuovi asset come Fiume Treste Livello F, in provincia di Chieti, e Alfonsine ( Ravenna), un ex giacimento di gas esausto le cui caratteristiche geologiche lo rendono particolarmente adatto a diventare un sito di stoccaggio.
Attualmente in Italia ci sono 13 siti distribuiti tra Stogit che gestisce 9 impianti ( Brugherio, Bordolano, Cortemaggiore, Fiume Treste, Minerbio, Ripalta, Sabbioncello, Sergnano e Settala), Ital Gas Storage ( che possiede l’impianto di Cornegliano Laudense) ed Edison Stoccaggio, alla quale fanno capo tre campi ( Cellino, Collalto, San Potito e Cotignola), che sono oggetto al momento, come noto, di una trattativa esclusiva proprio con Snam. Obiettivo: acquisire il 100% degli asset messi in vendita da Foro Buonaparte che hanno una capacità complessiva di un miliardo di metri cubi l’anno. Ulteriori riserve, dunque, che si aggiungerebbero a quelle già gestite da Snam, prima in Europa con il 15% della capacità stoccata, vale a dire il 3,5% di quella mondiale.
La partita su Edison Stoccaggio: trattativa esclusiva con Snam che punta a rilevare i tre siti in vendita