« Mosca dietro la Sindrome dell’Avana »
Armi acustiche usate da una unità d’intelligence russa contro i diplomatici Usa
Una spy story avvincente. Ambientata proprio lì, tra quel muro d’acqua che separa Cuba dagli Stati Uniti, L’Avana dalla Florida. Gli ingredienti ci sono tutti: le ambasciate di due Paesi che da 65 anni si fronteggiano in una guerra fredda che non finisce mai, le armi acustiche e naturalmente i servizi di intellingence. Sullo sfondo... il bloqueo, l’embargo, che pareva superato, e invece no: la distensione, avviata tra Barack Obama e Raul Castro, è stata breve e chimerica. Qualcuno dice, un bluff. Al centro della spy story c’è la “Sindrome dell’Avana”, un disturbo di cui hanno sofferto, per la prima volta alcuni diplomatici americani e canadesi nel 2008, dopo un soggiorno a Cuba. Vertigini, nausea, perdita di equilibrio, deficit dell’udito e perdita della memoria. Alcuni scienziati descrivono la causa di questi disagi come “Armi a energia diretta”. Ora però un’indagine condotta da The Insider, 60 minutes ( Cbs) e Der Spiegel ipotizza che ci sia la Russia a fornire consulenze ed expertise a Cuba. Mosca nega qualsiasi complicità.
Le armi a energia diretta sarebbero quelle usate dai membri dell’unità russa GRU 29155. « Alcuni membri della squadra di sabotaggio dell’intelligence militare del Cremlino sono stati collocati sulla scena di sospetti attacchi contro personale governativo statunitense all’estero e loro familiari » , sostiene The Insider. Ad avvalorare questa linea vi sarebbero i premi ricevuti dai membri dell’unità russa Gru 29155, proprio per “Armi acustiche non letali”. È una forma espressiva utilizzata dalla letteratura scientifico- militare russa per descrivere sia il suono che la radiofrequenza, basati su dispositivi a energia diretta.
Alcuni agenti, assegnati all’Unità 29155, sarebbero stati geolocalizzati in alcune località proprio nel periodo delle segnalazioni di incidenti sanitari anomali patiti dal personale diplomatico e di intelligence americano.
La “sindrome de L’Avana” è stata registrata anche in altre capitali: Hanoi, Shanghai, Belgrado, Vienna, Ginevra, Mosca, Tiblisi e Berlino. E un’operazione cruciale, trascurata dalle autorità americane, potrebbe essere avvenuta a Francoforte, ben due anni prima dell’incidente a Cuba.
Inoltre il settimanale tedesco ha recuperato un documento che ne parla esplicitamente. Quando a uno degli uomini più ricercati in Europa, l’ex vicecomandante dell’unità 29155 per le operazioni in Europa, Ivan Terentjev, viene chiesto dall’autorità anticorruzione russa di spiegare l’origine di 100mila euro finiti sul suo conto, l’agente spiega che si tratta di soldi che provengono da una fondazione militare per una serie di esperimenti. L’allegato della mail che Terentjev manda ai funzionari russi ha un titolo inequivocabile: « Potenziale impiego di armi acustiche non mortali nei combattimenti in zone urbane » .
Inutile ricordare che tra Mosca e L’Avana i rapporti rimangono stretti. La crisi energetica cubana si è inasprita e proprio in questi giorni una nave con oltre 90mila tonnellate di greggio russo è arrivata al molo della base petrolifera di Matanzas a Cuba.
Come in tutte le spy stories rimangono alcuni punti da chiarire. Il più importante è questo: perché gli Stati Uniti non hanno contrastato questo attacco dell’intelligence russo- cubana ? Un tentativo di risposta lo offre Marc Polymeropoulos, un ex agente della Cia, colpito dalla sindrome de L’Avana, costretto ad abbandonare il lavoro. « Che succederebbe se Washington scoprisse che il Cremlino attacca funzionari e diplomatici occidentali con armi non convenzionali? Gli Stati Uniti sarebbero costretti a reagire con durezza » . Neppure Graham Greene, nel suo celebre romanzo “Il nostro agente a L’Avana”, aveva prefigurato qualcosa di simile.