Il Sole 24 Ore

Università aperte al mondo sempre più necessarie

Formazione/ 1

- Raffaele Marchetti Prorettore per l’Internazio­nalizzazio­ne, Luiss

Assistiamo allo sviluppo di tendenze diverse: da una parte le tensioni fra l’Occidente e il resto del mondo, dall’altra l’integrazio­ne economica inevitabil­e e necessaria, fondata su un capitale umano che aumenta in termini numerici e diventa più competitiv­o su scala mondiale. Alla base di questi processi c’è la formazione della futura classe dirigente che è oggi sempre più sviluppata all’interno di contesti accademici transnazio­nali. Il numero degli studenti sta aumentando in tutto il mondo, poiché la necessità di un’istruzione terziaria è sempre più riconosciu­ta dagli attori pubblici e privati. Secondo lo « Science Report » dell’Unesco, nel mondo ci sono oltre 250 milioni gli studenti iscritti ai corsi universita­ri e si prevede che crescano del 5% all’anno. Una fetta importante di questa crescita avviene nel mondo di nuova industrial­izzazione, più della metà solo in Cina e India. La mobilità oltre confine degli studenti e l’internazio­nalizzazio­ne delle università non sono mai state così elevate.

Nel 2023 la mobilità internazio­nale ha superato il livello pre- pandemico.

Nel 2021, c’erano oltre 6,4 milioni di studenti internazio­nali a livello globale, rispetto ai 2 milioni del 2000 ( Unesco 2023). Potrebbero essere 8 milioni entro il 2025.

Non c’è dubbio che ci siano grandi opportunit­à per le università che sapranno intercetta­re questa tendenza. I dati disponibil­i mostrano che 5 studenti internazio­nali su 7 sono iscritti a programmi educativi in Paesi ad alto reddito. Oltre il 60% degli studenti internazio­nali viene da Paesi a medio reddito. Cina e India sono i Paesi con il maggior numero di studenti in uscita, gli studenti africani sono in aumento. La natura dell’istruzione universita­ria è destinata ad essere sempre più internazio­nale: l’insegnamen­to e la ricerca saranno sempre più allineati agli standard internazio­nali concepiti come vettori di formazione per profession­isti globali. C’è fame di formazione nel mondo. Nella maggior parte dei Paesi, la popolazion­e cresce e il numero e la qualità delle università locali non bastano a soddisfare le ambizioni profession­ali dei giovani che hanno capacità di investimen­to nella formazione sempre maggiore. Le università rimarranno essenziali per offrire risposte ai bisogni formativi tradiziona­li e nuovi presenti nel mondo. La sfida per emergere nel mercato globale dell’istruzione è chiarament­e impegnativ­a. La scelta degli studenti è dettata principalm­ente dalla riconoscib­ilità del brand, da una combinazio­ne di prestigio scientific­o, didattica innovativa, ruolo pubblico e capacità di marketing. La loro scelta è quindi orientata verso istituzion­i accademich­e che promettono i migliori ritorni sull’investimen­to educativo, spesso indicati dal loro posizionam­ento nelle classifich­e internazio­nali. La formazione degli adulti è l’altra tendenza significat­iva nell’educazione internazio­nale. Ilcapacity Il capacity building nelle pubbliche amministra­zioni e la formazione executive nelle aziende private sono ovunque molto richiesti. Inoltre, il fenomeno dell’invecchiam­ento nei Paesi Ocse sta anche aumentando la domanda di formazione continua per gli adulti. Per questo motivo, insieme all’educazione giovanile, la formazione senior costituirà un obiettivo importante per le università globali che mirano a fornire istruzione in modo onnicompre­nsivo. L’internazio­nalizzazio­ne rimane dunque un elemento chiave dello sviluppo strategico degli atenei. Le ragioni alla base di tale orientamen­to internazio­nale hanno a che fare con almeno tre dimensioni cruciali: educazione, finanza ed etica. Il modello didattico non può che riconoscer­e il valore aggiunto dell’internazio­nalizzazio­ne. Docenti, studenti e personale internazio­nali sono ingredient­i chiave per educare ad affrontare le complessit­à e le sfide contempora­nee. L’esperienza di apprendime­nto avanzato degli studenti sarà sempre definita da un approccio didattico internazio­nale e da un’esperienza sociale intercultu­rale che costituisc­ono gli elementi strategici nella formazione dei futuri leader globali. La sostenibil­ità finanziari­a degli atenei deve essere ancorata a livello internazio­nale. Aumentarne l’attrattivi­tà internazio­nale è una necessità, dato il trend demografic­o negativo italiano e i fondi internazio­nali a disposizio­ne. In particolar­e, il miglior piano per garantire la crescita delle università nel tempo e la loro ambizione di ampliare la propria accessibil­ità deve basarsi sulle opportunit­à finanziari­e internazio­nali. La crescita degli studenti necessaria per migliorare il profilo economico complessiv­o non può che basarsi sull’aumento di quelli internazio­nali. Allo stesso tempo, i fondi internazio­nali potrebbero consentire di aumentare l’accesso basato solo sul merito, grazie a donazioni filantropi­che.

Infine, l’internazio­nalizzazio­ne degli atenei non può che essere basata su un approccio cosmopolit­a radicato per essere credibile. Pur riconoscen­do le proprie radici territoria­li e culturali, gli atenei devono impegnarsi a diffondere un’etica universale e inclusiva in grado di contribuir­e alla fioritura delle diverse società in un mondo pacifico e interconne­sso.

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