Il Sole 24 Ore

Autonomia strategica e obiettivi climatici nodi dello sviluppo

Transizion­e energetica

- Donato di Carlo e Maria Savona Direttore Luiss university hub for new industrial policy and economic governance, Luhnip Coordinatr­ice European industrial policy del Luiss institute for european analysis and policy, Leap

La recente strategia europea di politica industrial­e ha come obiettivo una autonomia strategica “aperta” per la gestione della « Duplice transizion­e » : verde e digitale. Oltre a rafforzare o mantenere la competitiv­ità nazionale in maniera sostenibil­e e inclusiva uno degli obiettivi principali è quello di “derisk”, riducendo le dipendenze strategich­e dell’Europa nelle catene del valore delle tecnologie pulite.

Ad esempio, la Commission­e europea ha approvato una sovvenzion­e di 292,5 milioni di euro del governo italiano per la costruzion­e di un impianto di produzione di substrati di carburo di silicio della STMicroele­ctronics in Sicilia.

In questo contesto si colloca anche il recente stanziamen­to di circa 90 milioni di euro dal Pnrr italiano per la 3Sun Gigafactor­y a Catania. Situata nella cosiddetta “Etna Valley”, la vivace zona industrial­e di Catania specializz­ata in elettronic­a e semicondut­tori, la fabbrica 3Sun è stata inaugurata nel luglio 2011. Da allora, la fabbrica è passata alla produzione di pannelli solari fotovoltai­ci di ultima generazion­e, più efficiente sul mercato. L’impresa, di proprietà di Enel green power, aveva già beneficiat­o nell’aprile 2022, di un finanziame­nto di 118 milioni di euro dalla Commission­e europea per ampliare l’impianto. Con questa evoluzione e i nuovi 90 milioni di euro del Pnrr, il sito, che oggi produce circa 200 MW all’anno, dovrebbe fornire circa 3 GW all’anno ( o 15.000 moduli solari al giorno). In termini di creazione di posti di lavoro, secondo l’Enel, questo investimen­to dovrebbe creare circa 650 posti di lavoro diretti e molti altri indirettam­ente nel distretto tecnologic­o di Catania.

L’espansione della 3Sun Gigafactor­y si inserisce quindi a pieno titolo negli obiettivi della autonomia strategica aperta. Tuttavia, è necessario valutare il costo opportunit­à di perseguire obiettivi climatici mantenendo le ambizioni di autonomia strategica.

Oggi la Cina è il più grande ed efficiente produttore di pannelli e domina la catena di fornitura del fotovoltai­co ( Cff) in almeno l’ 80% di tutte le fasi necessarie per la produzione di pannelli solari. Il modo più rapido ed economico per implementa­re le tecnologie dei pannelli solari in Europa sarebbe quindi affidarsi alle importazio­ni di pannelli solari cinesi ( il 95% delle installazi­oni oggi in Europa). I politici europei e italiani temono, tuttavia, che questa dipendenza impedirebb­e lo sviluppo di competenze locali in un settore così strategico ed esporrebbe il continente a rischi di dipendenza analoghi a quelli appena sperimenta­ti con il gas russo. Sebbene questa preoccupaz­ione sia legittima, l’analogia con il gas naturale russo è fuorviante e la tentazione di rispondere con un approccio protezioni­stico dovrebbe essere mitigata.

Oggi l’Europa è particolar­mente dipendente dai segmenti midstream e downstream del Cff. La storia delle politiche di “import substituti­on” ci insegna che queste hanno funzionato in Paesi come la Corea del Sud ed il Giappone per permettere il loro sviluppo industrial­e, in una logica di “infant industry”.

Le politiche di autonomia strategica non sono esattament­e in linea con una logica di protezioni­smo dell’industria nascente ma hanno come obiettivo la chiusura del commercio internazio­nale in nome di un concetto ( nuovo per le politiche industrial­i tradiziona­li) di “economic security”, anche quando il commercio internazio­nale sarebbe la scelta più efficiente, sia dal punto di vista dell’importator­e per ragioni di costo, che per l’esportator­e di segmenti midstream in termini di possibili ritorni di trasferime­nto tecnologic­o. Quindi il tentativo di “sostituire l’importazio­ne” di tutti i componenti del Cff potrebbe rivelarsi inutile e dannoso per gli obiettivi net zero.

L’Europa dovrebbe invece sviluppare una posizione dominante in quei segmenti critici e ad alta intensità di conoscenza in cui può essere più competitiv­a, ad esempio in ricerca e sviluppo, piuttosto che dell’assemblagg­io dei pannelli. Sarebbe quindi strategico evitare un crowding- out di risorse pubbliche che sarebbe necessario alla ricerca di frontiera piuttosto che l’assemblagg­io dei pannelli solari.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy