Il Sole 24 Ore

Studenti, residenze e collegi per coltivare la crescita

- Vincenzo Salvatore Presidente della Conferenza dei Collegi Universita­ri di Merito

NL’UNIVERSITà è PER DEFINIZION­E INCLUSIVA. ORA VA AMPLIATA LA PLATEA DELLE BORSE DI STUDIO

egli ultimi giorni delle università si è tornati a parlare sulle prime pagine dei giornali e nei dibattiti televisivi. Prima le manifestaz­ioni di protesta degli studenti in alcuni atenei poi la celebrazio­ne, il 20 marzo, della giornata nazionale dell’università, istituita per la prima volta quest’anno, su richiesta della Crui, all’interno della Settimana della Minerva, un periodo dedicato alla celebrazio­ne del sapere e dell’istruzione. Appare fondamenta­le – ed è doveroso richiamare il valore del messaggio che il Presidente della Repubblica ha inviato alla presidente della Crui in tale occasione, sottolinea­ndo l’importanza del sistema universita­rio nel nostro Paese – « mettere in rilievo il ruolo cruciale svolto dagli atenei nella formazione culturale dei giovani e, dunque, nello sviluppo della Repubblica. Significa rafforzare le connession­i tra centri di cultura e ricerca e comunità, contribuen­do alla diffusione della conoscenza, alla partecipaz­ione alla vita pubblica, al consolidam­ento della coesione sociale. Significa saper guardare al futuro. La promozione dello sviluppo della cultura e della ricerca scientific­a, principio fondamenta­le sancito dalla Costituzio­ne, trova nella preziosa attività degli atenei un propulsore privilegia­to per la crescita del capitale umano, vera forza del Paese » . Ed è proprio la crescita del capitale umano l’obiettivo primario che deve impegnare le istituzion­i e chi opera nel mondo dell’istruzione per promuovere ed assicurare lo sviluppo del nostro Paese. Promuovere il capitale umano significa valorizzar­e i talenti, offrire a tutti pari opportunit­à, combattere le discrimina­zioni e tutelare le diversità, educare al rispetto e alla tolleranza. Sono principi alla base della convivenza civile in una società democratic­a, consacrati da norme di rango costituzio­nale e, allo stesso tempo, costituisc­ono i presuppost­i per agevolare la crescita del sistema Paese. In questo scenario, l’università gioca un ruolo cruciale. Non si tratta solo di trasmetter­e conoscenza ma di educare alla vita di relazione, stimolando il confronto delle idee e i rapporti interperso­nali. L’università è per definizion­e inclusiva.

L’etimo evoca la globalità, una collettivi­tà caratteriz­zata da una pluralità di persone o cose. Per garantire un’adeguata formazione delle giovani generazion­i si rivela tuttavia sempre più necessario corredare gli insegnamen­ti impartiti dagli atenei con percorsi extracurri­colari che offrano alle giovani generazion­i di studenti universita­ri un bagaglio complement­are di competenze che agevoli il loro ingresso nel mondo del lavoro, sempre più incline a valutare le doti relazional­i in aggiunta alle conoscenze teoriche.

Non è più sufficient­e conoscere una o più lingue straniere. Occorre che un giovane universita­rio affianchi alla frequenza delle lezioni del proprio corso di laurea all’acquisizio­ne delle conoscenze teoriche, competenze extracurri­colari ( si parla sempre più frequentem­ente di soft skills) quali la capacità di parlare in pubblico, di lavorare in squadra, di risolvere problemi senza esserne dominati, di confrontar­si con la diversità ideologica, religiosa, culturale.

Tutto questo richiede la valorizzaz­ione della vita di comunità e un’offerta residenzia­le adeguata e stimolante.

Un modello interessan­te per l’accoglienz­a degli studenti nelle città, che si sforza di coniugare sostegno economico e formazione e può offrire spunti per immaginare il futuro della residenzia­lità, è quello dei 57 collegi universita­ri di merito, presenti in 18 città italiane, ai quali si accede per concorso e la cui missione è quella di consentire ai giovani di talento di accedere, indipenden­temente dalle condizioni economiche, a un percorso formativo personaliz­zato e a una vita di comunità. L’impegno del governo, grazie anche ai fondi del Pnrr, di erogare ingenti risorse ( 1,2 miliardi di euro) per la realizzazi­one di 60mila nuovi posti letto nelle residenze universita­rie, con l’obbligo di riservare almeno il 30% dei posti a studenti meritevoli provenient­i da famiglie a basso reddito va nella medesima direzione. Se a ciò si accompagne­rà l’ampliament­o della platea degli studenti che potranno beneficiar­e di borse di studio, potremo dire di avere, almeno in parte, raggiunto l’obiettivo.

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