Terzo settore, agevolazione a rischio azzeramento
L’impatto sugli enti
Superbonus a rischio azzeramento per il Terzo settore. Il Dl 39/ 2024 pone fine, anche per i casi per cui fino ad oggi era ancora possibile, all’esercizio delle opzioni di cessione del credito e sconto in fattura in relazione agli interventi non ancora avviati al 30 marzo. L’unica deroga riguarderà le opere da realizzare nel cratere sismico, per le quali è stato previsto un limite massimo di risorse disponibili per l’anno 2024 ( si veda l’articolo nella pagina successiva).
Strada sbarrata, salvo ripensamenti, per Onlus, Odv e Aps, per le quali sconto in fattura e cessione del credito saranno ancora possibili solo se, alla data di entrata in vigore del decreto ( 30 marzo), risulti già presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata ( Cila) o, in caso di demolizione e ricostruzione di edifici, sia già stata presentata l’istanza di acquisizione del titolo abilitativo. Fuori dai casi appena descritti, il ricorso alla detrazione resterà l’unica via percorribile.
Si tratta, tuttavia, di una magra consolazione, poiché Onlus, Odv e Aps non hanno di norma a disposizione risorse finanziarie per sostenere le spese e, in ogni caso, non sono generalmente in grado di ammortizzare i costi sostenuti attraverso la detrazione diretta, data l’ontologica assenza di scopo di lucro e la caratteristica strumentalità e secondarietà di attività di stampo commerciale.
Lo stop allo sconto in fattura, quindi, si tradurrà in uno stop completo del superbonus, pregiudicando il percorso intrapreso in quest’ultimo periodo, finalizzato a dare avvio a programmi di riqualificazione del patrimonio immobiliare impiegato nelle delicate attività svolte che, peraltro, sono solitamente dedicate alle fasce più deboli della popolazione.
A farne le maggiori spese saranno tutti quegli enti non lucrativi che, in un’ottica di sussidiarietà, operano in contesti di rilevante impatto sociale, come ad esempio in ambito socio- sanitario o socio- assistenziale. Si tratta di soggetti per cui l’accesso al superbonus non avrebbe rappresentato un’opportunità di ritrarre un beneficio strettamente personale, quanto piuttosto di realtà che avrebbero destinato la misura ad immobili impiegati nell’assistenza alle persone che ne hanno necessità, migliorando quindi la qualità dei servizi. È chiaro, allora, che l’eliminazione della cessione del credito e dello sconto in fattura per Onlus, Odv e Aps meriterebbe un ripensamento.
Diversamente, si giungerebbe a porre su un identico piano fattispecie del tutto differenti, come quella del privato che accede al superbonus per ristrutturare la propria abitazione e quella invece di ente non profit che avrebbe fruito della misura con il diverso obiettivo di favorire il miglioramento delle attività di sostegno e assistenza alla collettività. Sotto questo profilo, il Dl 39 si pone in controtendenza rispetto all’attenzione finora mostrata dal legislatore nel favorire la riqualificazione del patrimonio immobiliare che gli enti senza scopo di lucro destinano allo svolgimento delle proprie attività.