Il Sole 24 Ore

Il cuoco di Gaza, 32 milioni di pasti donati

La missione di José Andrés che ha cercato fino a ieri di sfamare i palestines­i

- Il fondatore di WCK

Ripubblich­iamo l’articolo uscito sul Sole 24 Ore il 9 marzo che racconta la storia dello chef che ha fondato la ong che serve i pasti nelle situazioni di crisi

Roberto Da Rin

C’è uno chef spagnolo che sogna di sfamare il mondo. José Andrés, fondatore di World Central Kitchen, ha già fornito 32 milioni di pasti a Gaza. E ora potrebbe intensific­are la sua attività. C’è un nesso importante tra saperi e sapori, ben illustrato dagli antropolog­i. Attraverso il cibo, questo è noto, si trasmetton­o sostanze non solo nutritive ma anche simboliche.

È un’importante forma di comunicazi­one non verbale che in questa lunga stagione di guerra potrebbe, chissà, generare semi di pace: aiuti alimentari consegnati grazie a un approdo nel molo di fronte a

Gaza, in costruzion­e, secondo la Casa Bianca.

Ancora pochi i dettagli, ma Ursula von der Leyen ne ha confermato il progetto. Andrés, 55 anni, spagnolo delle Asturie, ci crede e la sua onlus World

Central Kitchen è stata creata per questo: preparare pasti in situazioni di emergenza, dalle guerre alle crisi umanitarie, a quelle climatiche. La sua esperienza, già coronata di successi, nasce da una sconfitta bruciante: il licenziame­nto dal ristorante El Bulli di Barcellona, quello di Ferran Adrià, alla fine degli anni Ottanta.

Andrés incassa il colpo e parte per gli Stati Uniti, con 50 dollari in tasca. La prima tappa a New York, poi Washington, un decollo verticale; la sua fama lo precede e il programma di cucina “Vamos a cocinar” corona il suo successo.

È il 2010. Il terremoto di Haiti e un dramma umanitario di dimensioni epocali lo spingono a Port au Prince. Lì nasce il suo impegno con World Central Kitchen: il lavoro in un orfanotrof­io, un programma di perfeziona­mento per cuochi locali, l’impegno per la fornitura di fornelli a energia solare.

Le cucine da campo si diffondono in altri Paesi che vivono conflitti, crisi climatiche, umanitarie. Ne benefician­o Cuba, Colombia, Nicaragua, Venezuela. Più di recente al confine tra Polonia e Ucraina, nell’accoglienz­a ai profughi in fuga dall’invasione russa.

Ne seguono finanziame­nti importanti, tra cui quello di Jeff Bezos che ha donato 100 milioni di dollari a World Central Kitchen. Ora la sfida più difficile: « We‘ re trying to do the impossible » , ha detto pochi giorni fa Andrés al New York Times. Dopo gli insuccessi dei mediatori americani, europei, russi e cinesi, tutto il mondo spera nel cuoco.

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GETTY IMAGES cibo e pace. José Andrés, fondatore della onlus World Central Kitchen

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