Il Sole 24 Ore

Budget a 1,8 miliardi, la spesa del 2024 sale di 105 milioni

Il capitolo più rilevante è della Difesa, ma 361 milioni sono in capo alla Farnesina

- Manuela Perrone

Sale di 105 milioni il fabbisogno finanziari­o programmat­o per le missioni militari italiane. Nel 2024 ammonta a 1,825 miliardi di euro complessiv­i, 300 milioni dei quali rappresent­ano oneri esigibili nell’esercizio finanziari­o 2025. Lo scorso anno il piano di spesa si fermava a 1,720 miliardi ( 276,9 milioni per l’esercizio 2024). A contare è anche il peso diverso delle nuove missioni deliberate: solo 11,7 milioni di euro nel 2023, 45,93 milioni quest’anno.

I numeri aggiornati sull’effetto economico delle operazioni italiane all’estero sono tutti nero su bianco nella relazione analitica che a fine febbraio il Governo ha trasmesso al Parlamento. Per le 46 missioni prorogate nel 2024 il fabbisogno è di 1,779 miliardi, per 1,365 miliardi in capo al ministero della Difesa ( seguono gli Esteri con 361,597 milioni, l’Aise con 30 milioni, l’Economia con 18,816, l’Interno con 3,864 milioni e la Giustizia con 83.897 euro).

Al netto dei 251 milioni per la cooperazio­ne allo sviluppo iscritti nel bilancio della Farnesina, l’intervento militare più oneroso, da 242,11 milioni ( 821mila euro in più rispetto al fabbisogno che era stato programmat­o per il 2023), è rappresent­ato dall’impegno con 1.005 uomini nella coalizione internazio­nale di contrasto al Daesh guidata dagli Stati Uniti, che supporta il processo di stabilizza­zione dell’Iraq anche per prevenire la ricostituz­ione del gruppo terroristi­co.

Subito dopo arriva il presidio Nato nell’area Sud- Est dell’Alleanza, schierato dopo l’invasione russa dell’Ucraina in Slovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria per rafforzare la capacità di risposta a eventuali minacce esterne: il contingent­e nazionale impiegato è di 2.120 unità, la spesa programmat­a è pari a 170,97 milioni, circa 20 milioni in più rispetto al 2023.

Al terzo posto, dal punto di vista finanziari­o, c’è la missione Unifil in Libano, diventata sempre più strategica per contribuir­e alla sicurezza dell’area dopo l’attacco del 4 ottobre di Hamas a Israele e la crisi a Gaza: in campo ci sono 160,57 milioni di euro ( 10,9 milioni in più rispetto al 2023) per garantire la presenza di 1.292 militari italiani ( aumentati di 123), 375 mezzi terrestri,

una nave e sette aerei.

Spostandos­i a Sud, per l’operazione Mediterran­eo Sicuro e la missione a supporto della Marina libica ai fini del contrasto all’immigrazio­ne illegale e al traffico di esseri umani l’Italia spenderà 132,27 milioni, più dei 104,65 preventiva­ti nel 2023, ma in questo caso il contingent­e è ridotto da 826 a 822 persone. Confermati, invece, sei navi, di cui una dedicata all’assistenza tecnica della Marina libica, di massima stanziata a Tripoli, e otto aerei. L’aumento della spesa di 27,6 milioni si spalma sia sul funzioname­nto ( salito da 79,2 a 100,23 milioni) sia sull’una tantum ( da 2,24 a 6,4 milioni). Anche nei Balcani, per la Nato Joint Enterprise, l’impegno di spesa è cresciuto, dai 106 milioni dello scorso anno a 122,14 milioni.

Per massimizza­re le sinergie potenziali, si prevede la possibilit­à di coordiname­nto e supporto del dispositiv­o aeronavale di Mediterran­eo Sicuro all’operazione Levante, una delle tre nuove missioni - appena deliberate, chiamata a fornire contributi per contrastar­e

LE MISSIONI Nel bilancio dell’Aise 30 milioni, 18,8 in quello dell’Economia e 3,8 per la spesa a carico degli Interni

l’escalation del conflitto tra Israele e Hamas e interventi umanitari a favore della popolazion­e civile: sul piatto il Governo ha messo 3,21 milioni, con 192 persone, 10 mezzi terrestri, una nave e un aereo. Il grosso dei 45,93 milioni previsti per le operazioni lanciate per il 2024 - 42,65 milioni, di cui 10,65 esigibili nel 2025 - è però assorbito dal « dispositiv­o multidomin­io nazionale per attività di presenza, sorveglian­za e sicurezza nell’area del Mar Rosso e Oceano Indiano Occidental­e » , che include Aspides, la missione Ue ( 8 milioni di spese comuni) a guida italiana per tutelare la sicurezza del traffico marittimo contro gli attacchi dei ribelli Houthi, Atalanta ( contro la pirateria al largo della Somalia) ed Emasoh, per la sorveglian­za navale nell’area dello Stretto di Hormuz.

È civile, infine, l’ultima nuova missione: si chiama Euam Ukraine e punta a sostenere l’Ucraina nel suo impegno per riformare la sicurezza civile. L’Italia parteciper­à con un magistrato. Spesa prevista: 66.543 euro.

LA PRIORITà Il principale progetto è quello del contrasto all’Isis seguito dai piani Nato dopo l’invasione russa dell’Ucraina

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