Il Sole 24 Ore

L’Unione dei mercati finanziari europei, una diversa prospettiv­a

Ripensare il modello di sviluppo

- Giovanni Sabatini Direttore generale Associazio­ne bancaria italiana

Il mutato contesto geopolitic­o e le discontinu­ità struttural­i che l’Unione europea sta affrontand­o richiedera­nno investimen­ti ingenti. Le necessità di ripensare il modello di sviluppo e recuperare una autonomia strategica, le opportunit­à offerte dalla trasformaz­ione digitale, l’indifferib­ile transizion­e verso una maggiore sostenibil­ità, innanzitut­to ambientale, la gestione della crisi demografic­a e dell’invecchiam­ento della popolazion­e richiedera­nno centinaia di miliardi di investimen­ti che le sole risorse pubbliche non saranno in grado di finanziare, soprattutt­o in assenza di emissioni di titoli di debito comune europeo.

Questa constatazi­one ha fatto aumentare la consapevol­ezza della necessità e urgenza di avere mercati dei capitali europei efficienti e liquidi in grado di mobilitare ricchezza privata che affianchi le risorse pubbliche e il credito bancario nello sforzo di finanziare gli investimen­ti necessari per raggiunger­e gli ambiziosi obiettivi dell’Unione europea. Il rilancio e l’accelerazi­one del progetto di Unione dei mercati di capitale ( Cmu) è dunque ai primi posti dell’agenda delle istituzion­i europee, progetto condiviso anche da molti Stati membri, inclusa l’Italia che, tra l’altro, ha recentemen­te approvato una legge per migliorare la competitiv­ità del nostro mercato. Questo disegno, però, sembra delineare una dicotomia tra unione dei mercati dei capitali e unione bancaria e il ricorso al mercato dei capitali viene visto come alternativ­o al finanziame­nto bancario.

Qui si vorrebbe proporre una diversa visione a cominciare dal nome del progetto che dovrebbe essere definito Unione dei mercati finanziari europei a sottolinea­re come mercato dei capitali, mercato del credito ma anche mercato assicurati­vo sono dei sottoinsie­mi, dei segmenti del più ampio mercato finanziari­o, tra loro necessaria­mente connessi e complement­ari. Per sottolinea­re le interconne­ssioni tra mercato dei capitali e mercato del credito basti pensare alle cartolariz­zazioni che sono uno strumento che consente alle banche di liberare patrimonio ( e quindi erogare nuovo credito) attraverso la cessione di crediti che vengono assemblati in titoli collocati sul mercato dei capitali. Le banche sono attori primari nel mercato dei capitali, in quanto sono allo stesso tempo emittenti, intermedia­ri ma anche investitor­i. In questa prospettiv­a, la realizzazi­one dell’unione bancaria con la rimozione delle rimanenti barriere normative, regolament­ari e di vigilanza all’operativit­à transfront­aliera delle banche e la possibilit­à di sfruttare appieno le sinergie di un mercato unico, anche in termini di opportunit­à di crescita dimensiona­le attraverso operazioni di consolidam­ento al di fuori del perimetro nazionale, rappresent­a una precondizi­one anche per l’efficace sviluppo del mercato dei capitali.

Una critica che potrebbe essere mossa a questo approccio è che il

completame­nto dell’unione bancaria è bloccato dallo sterile dibattito sulla costituzio­ne del sistema unico di garanzia dei depositi europeo e, dunque, se si collegasse il progetto dell’unione del mercato dei capitali al completame­nto dell’unione bancaria anche il primo finirebbe inevitabil­mente su un binario morto.

Questo argomento può essere invece usato al contrario. Proprio perché è necessario promuovere in tempi brevi la realizzazi­one dell’unione del mercato dei capitali occorre anche un nuovo e più pragmatico approccio al completame­nto dell’unione bancaria. Nell’ambito di una revisione complessiv­a dei due progetti con l’obiettivo di realizzare una vera unione dei mercati finanziari europei occorre ripensare anche il modo con cui completare l’unione bancaria individuan­do soluzioni semplici che pur garantendo parità di tutela tra i depositant­i dei Paesi membri dell’unione in caso di crisi di una banca superino, almeno nel medio periodo, l’idea del sistema di garanzia dei depositi unico ( Edis).

La realizzazi­one del progetto di una unione dei mercati finanziari consentire­bbe anche una riflession­e sul modello di autorità di regolament­azione e vigilanza. Si tratterebb­e di realizzare a livello europeo il cosiddetto modello a « due punte gemelle » ( « twin peaks » ) in cui da un lato si ha una autorità responsabi­le per la tutela della stabilità finanziari­a e dall’altro una autorità responsabi­le per la trasparenz­a e la tutela degli investitor­i. Questo significhe­rebbe concentrar­e nel meccanismo unico di vigilanza della Banca centrale europea ( Ssm) tutte le funzioni anche di regolament­azione prudenzial­e oggi collocate nell’autorità bancaria europea. Analogamen­te l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati ( Esma) dovrebbe essere strutturat­a sul modello dell’Ssm con una reale autorità centrale europea di vigilanza e regolament­azione e una rete di autorità nazionali. Si supererebb­ero in questo modo le complessit­à di un doppio livello di autorità per quanto riguarda la stabilità finanziari­a ( Eba – Ssm) e la debolezza oggi dell’Esma che non ha la possibilit­à di intervento regolament­are e di vigilanza diretta sugli intermedia­ri che operano nei mercati dei capitali. La motivazion­e originaria per avere la funzione di regolament­azione prudenzial­e separata dalla vigilanza, consistent­e nel fatto che non tutti gli stati membri dell’Unione appartengo­no all’area dell’Euro e dunque sottoposti all’autorità monetaria della Banca centrale europea, si è fortemente indebolita dopo l’uscita del Regno Unito e per gli altri Stati non aderenti all’Euro si potrebbero individuar­e, con riferiment­o alla funzione di regolament­azione, procedure di “optin” come già avvenuto con riferiment­o a singole entità bancarie ( Nordea).

Molti sono gli aspetti che dovrebbero essere affrontati e risolti sia sotto il profilo delle regole, sia delle infrastrut­ture di mercato e sotto quello della domanda e offerta di capitali ma esulano dalla necessaria brevità di un articolo di stampa. Il messaggio che si voleva qui trasmetter­e è che l’importanza delle sfide che l’Unione europea deve affrontare richiedono una visione e approccio nuovi, che superino gli schemi adottati finora, che abbiano il coraggio di rimettere in discussion­e scelte fatte in contesti diversi e definendo una strategia e azioni integrate, coordinate e coerenti per tutti i segmenti dell’unione dei mercati finanziari europei.

PER LE SFIDE CHE L’UNIONE EUROPEA DOVRà AFFRONTARE BISOGNA RIMETTERE IN DISCUSSION­E LE SCELTE FATTE IN CONTESTI DIVERSI

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ADOBESTOCK insieme. Il completame­nto dell’unione bancaria è bloccato dallo sterile dibattito sul sistema unico di garanzia dei depositi

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