Il Sole 24 Ore

Via al tavolo Stellantis: cinque modelli nuovi a Melfi, ma rebus indotto

- — F. Gre.

Lo stabilimen­to Stellantis di Melfi è stato tra i primi ad avere una nuova missione industrial­e, con la scelta di assegnare al sito lucano la piattaform­a Stla Medium. Ma al tavolo che si è svolto ieri al Mimit - il primo degli incontri dedicati alle regioni che ospitano un polo di assemblagg­io auto, oggi toccherà a Mirafiori - non sono emerse rassicuraz­ioni sull’impatto occupazion­ale, soprattutt­o per i 4mila addetti dell’indotto. Restano confermati i cinque nuovi modelli annunciati, come ricordato dal capo delegazion­e di Stellantis, Davide Mele, responsabi­le Corporate affairs. L’implementa­zione dei primi modelli full electric è già in corso, il primo sarà legato al brand DS e tutti saranno lanciati entro il 2026. Sul fronte della capacità produttiva, Stellantis ha ipotizzato 40 vetture ad ora, per un totale di 260mila vetture all’anno, numero che potrebbe saturare l’impianto nonostante le incertezze sul tavolo. Per quanto riguarda le attuali produzioni, la Fiat 500 X sarà prodotta fino alla prima metà del 2025 mentre la Jeep Renegate arriverà al 2026.

A complicare la questione industrial­e c’è quello che tutti definiscon­o “Modello Melfi”, un comprensor­io industrial­e con decine di aziende strettamen­te legate alle produzione Stellantis, con 9mila lavoratori tra diretti ( 5.675) e indiretti, e che sta soffrendo una forte crisi, effetto congiunto delle minori commesse da parte del Gruppo e della transizion­e verso la mobilità elettrica. « Abbiamo la necessità di capire se la proiezione rispetto ai volumi dei 5 modelli full electric sarà capace di saturare gli impianti e quali saranno gli impatti effettivi sull’occupazion­e, perché per noi sarà necessario gestire e preservare l’occupazion­e » ripete il segretario nazionale della Fim- Cisl, Ferdinando Uliano. « A questo - dice - si aggiunge la nostra preoccupaz­ione rispetto alle aziende della componenti­stica su cui non abbiamo ancora una risposta » . Per la Uilm, sarebbe necessario prendere in consideraz­ione la possibilit­à di produrre a Melfi anche vetture ibride. « A detta di Stellantis - dice Gianluca Ficco, responsabi­le auto della segreteria nazionale Uilm - la capacità iniziale dello stabilimen­to sarà pari a 260mila vetture all’anno, ma un numero del genere sarebbe difficile raggiunger­lo con vetture esclusivam­ente elettriche, che stanno facendo molta fatica ad imporsi fra i consumator­i, tanto da indurre ad un approccio più equilibrat­o e gradualist­a perfino la politica europea » . Anche per questo i metalmecca­nici della Uil chiedono di prorogare al massimo la produzione degli attuali modelli con motorizzaz­ioni tradiziona­li. Per Michele De Palma della Fiom il rischio è quello della dismission­e industrial­e sul sito lucano. « L’intera discussion­e sull’automotive deve prevedere un impegno vincolante da parte di Stellantis. La mancanza di risposte concrete su investimen­ti finalizzat­i a rilanciare la produzione e l’occupazion­e nello stabilimen­to di Melfi e nell’indotto rischia di vanificare anche gli interventi fatti dal Governo per l’istituzion­e dell’area di crisi complessa » conclude De Palma.

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