Ucraina, allarme degli ufficiali: senza rinforzi la linea del fronte cederà
Zelensky abbassa da 27 a 25 anni l’età minima per la coscrizione obbligatoria Mancano sia armi sia soldati E la popolazione sente la fatica della guerra
Il presidente Volodymyr Zelensky lo aveva detto chiaramente, a fine marzo: senza più aiuti dall’America, le forze ucraine saranno costrette a cedere ancora terreno ai russi, passo dopo passo. Anche qualcuna delle grandi città rischia di cadere.
Nelle ultime settimane i russi hanno aumentato l’intensità degli attacchi su Kharkiv e Sumy, nell’Ucraina settentrionale, ma anche su Odessa. Non è dato sapere dove concentreranno l’offensiva prevista per l’estate, ma l’opinione di un gruppo di alti ufficiali ucraini raccolta da Politico coincide con quella di Zelensky. Il rischio che la linea del fronte si sfasci là dove i generali russi concentreranno l’attacco è molto alto, hanno spiegato le fonti: « Non c’è nulla che possa aiutare l’Ucraina a questo punto, perché non abbiamo le tecnologie in grado di bilanciare la massa di uomini che la Russia probabilmente ci lancerà contro. E l’Occidente non ne dispone in quantità sufficienti » .
Se la Nato prova a correre ai ripari proponendo un fondo di aiuti più stabili e una nuova forma di gestione che metta il sostegno all’Ucraina al riparo da oscillazioni politiche a Washington, a Kiev Zelensky ha cercato di affrontare il problema della carenza di uomini al fronte abbassando da 27 a 25 anni l’età in cui un cittadino può essere arruolato, e riducendo una serie di esenzioni per motivi di salute. Una decisione, approvata dal Parlamento lo scorso maggio, che cerca di evitare una vera mobilitazione – anche per non sottrarre troppe forze all’economia - ma che risulterà comunque impopolare, in un Paese diviso tra le famiglie di chi ha servito al fronte dall’invasione del 2022, e chiede almeno una rotazione, e quelle che invece cercano in ogni modo di nascondere e proteggere i propri uomini.
Non aiutano a mantenere la società compatta i casi di corruzione che in questi due anni hanno coinvolto il ministero della Difesa – dai grandi scandali riguardanti gli acquisti di armamenti ai più banali casi di falsificazione di certificati medici o di tangenti pagate agli ufficiali di reclutamento. Uno degli ultimi casi, segnalato dall’agenzia di notizie Ukrainian National News, parla di uno schema scoperto in marzo dalla polizia nella regione di Zaporizhzhia, l’emissione di certificati di disabilità messi in vendita per 3.500 dollari per evitare la coscrizione obbligatoria.
Dopo aver firmato la legge, Zelensky non ha specificato quanti uomini verranno richiamati. In dicembre aveva detto che l’esercito – attualmente forte di un milione di uomini - aveva bisogno di altri 500mila di soldati; in seguito lui stesso ha ridimensionato la cifra spiegando che al fronte sarebbe stato inviato un maggior numero di militari impiegati nelle retrovie.
Anche in Russia – dove la popolazione è tre volte superiore a quella ucraina - le autorità cercano accuratamente di non parlare apertamente di mobilitazione, dopo la fuga oltre confine di migliaia di persone provocata dal parziale richiamo di 300mila riservisti annunciato nel settembre 2022.
Eppure in questi giorni il ministero della Difesa russo ostenta ottimismo, spiegando che l’attacco terroristico del 22 marzo scorso e il desiderio di vendicare le vittime ha spinto molti giovani russi ad arruolarsi: negli ultimi giorni avrebbero firmato in 16.000.
Secondo Zelensky, che ne ha parlato ieri in conferenza stampa accanto al presidente finlandese Alexander Stubb, nei prossimi due mesi i russi intendono mobilitare altri 300mila uomini.
‘ Casi di tangenti agli ufficiali di reclutamento e lo scandalo dei falsi certificati di disabilità per evitare la guerra