Limiti alle intercettazioni, scontro al Senato
Il Pd fa muro e il Governo prende tempo. Sull’introduzione di un limite di durata alle intercettazioni ieri al Senato in commissione Giustizia, dove si dovevano votare gli emendamenti al disegno di legge che introduce l’ennesimo pacchetto di novità sulla disciplina degli ascolti , si è bloccato tutto arrivando al rinvio alla prossima settimana.
La previsione di un tetto di 45 giorni per lo svolgimento delle operazioni, derogabile solo per gravi reati o in presenza di elementi specifici e concreti, che devono essere oggetto di espressa motivazione, inserita in un emendamento della relatrice Erika Stefani ( Lega) ha fatto sollevare le opposizioni.
Il Pd ha contestato la misura, ritenendo che la formulazione di maggioranza non tenga presente reati gravi come il terrorismo.
Sul punto il ministero della Giustizia ha chiesto una pausa dei lavori puntando a una riformulazione del testo, con una valutazione da fare nelle prossime ore.
Per i dem inoltre il termine dei 45 giorni è troppo rigido, soprattutto a fronte del regime attuale che, di 15 giorni in 15 giorni, può fare durare le intercettazioni per tutta la fase delle indagini, se ritenuto necessario da parte del pubblico ministero ( con autorizzazione del giudice dell’indagine preliminare).
Il disegno di legge si propone poi di definire in maniera più puntuale il perimetro di applicazione delle intercettazioni del difensore del soggetto indagato, con il divieto del sequestro e del controllo delle comunicazioni, salvo nei casi in cui l’autorità giudiziaria ritenga, fondatamente, che si tratti di reato, si prevede inoltre l’immediata interruzione delle operazioni e la immediata distruzione delle intercettazioni.