Far crescere le Pmi l’impegno personale e nell’associazione
Orsini guida un gruppo che fattura circa 110 milioni l’anno di euro
Si alza tutte le mattine con l’entusiasmo di affrontare la fatica di ogni giorno, diviso tra le varie aziende del gruppo. E ogni sera si domanda se quello che ha fatto va bene: per l’impresa, per i dipendenti, per il paese. Il massimo dell’impegno per ottenere il miglior risultato. Un senso del dovere e della responsabilità che lo accompagna sin da ragazzo, da quando è entrato nell’azienda del padre cominciando dal basso: una scelta precisa per comprendere al meglio le dinamiche di ogni aspetto della realtà produttiva. Un modo per fare esperienza in tutte le mansioni possibili, dal magazziniere fino all’impiegato nell’ufficio acquisti.
È da quella gavetta che Emanuele Orsini ha maturato visione, competenza, determinazione, spirito di squadra, attenzione alla formazione, mettendo l’uomo al centro, e ai rapporti umani che sono fondamentali in tutte le aziende, piccole o grandi, dove la qualità è fatta di persone e lo spirito di squadra ha una sua cartina di tornasole in un turn over estremamente basso.
« Crescere insieme » sono le due parole che si leggono sull’home page del suo sito. Ed è grazie a questo approccio che si è rafforzata e sviluppata l’azienda di famiglia, la Sistem Costruzioni, nata nel 1978, leader nel settore dell’edilizia in legno e della logistica industriale, in Italia e nel mondo. Tra i main partner ci sono Ferrari Auto, Lamborghini, Maserati, la specializzazione è realizzare strutture in legno, scuole, fabbriche, ponti, palestre, abitazioni, edifici delle più svariate tipologie.
Oggi Orsini è amministratore delegato di un gruppo che fattura circa 110 milioni di euro e che oltre all’azienda storica ha quote in altre quindici società. La Sistem Costruzioni, sotto la sua guida, è passata da essere azienda a “sistema”, con uffici a livello internazionale, specialmente in Sud America. E tra le varie società controllate c’è il Maranello Village, tutto dedicato al cavallino rampante ( è il presidente). Dal 2020, dopo la scomparsa del suocero, Lanfranco Fiandri, è anche amministratore delegato di Tino Prosciutti, azienda di Parma, quattro stabilimenti produttivi, 35mila prosciutti a settimana: nel 2025 sarà operativo un quinto stabilimento, in cui con determinazione, coraggio e la fiducia che gli dà il sistema bancario, ha investito 25 milioni.
Pensare che per Orsini, nato a Sassuolo il 29 agosto del 1973, l’inizio della carriera imprenditoriale non è stato facile. La figura di suo padre, Carlo, è stata determinante: il padre in un primo momento con altri quattro imprenditori, aveva partecipato alla fondazione e al successo delle Ceramiche Ragno, seguendo la tradizione del distretto locale. Poi ha deciso di scommettere sulle costruzioni in legno, un’attività che all’epoca in Italia e nel mondo non era ancora sviluppata. Dopo un anno di università, Giurisprudenza, Emanuele lascia, con qualche rimpianto, ma vuole lavorare ed entra in azienda, nel 1992. Per una divergenza di vedute con il padre, dopo poco si dimette: non avevano le stesse idee di futuro. Poi è il padre stesso a richiamarlo e a metterlo al timone: Orsini diventa amministratore delegato nel 2014.
« Siamo riusciti a vendere le case di legno ai tedeschi » , dirà con soddisfazione in una delle sue prime interviste. Crescere, in Italia e nel mondo. Con il senso della sfida e senza timori, nella consapevolezza che, come ripete spesso, « ogni grande impresa è nata piccola » . Ed ecco, quindi, la grande attenzione alla ricerca, all’innovazione continua, alla formazione in azienda, alla logica di squadra, allo sguardo largo nel mondo.
Caratteristiche che affina nell’impegno associativo: nel febbraio del 2017 Orsini viene eletto presidente di Federlegno-Arredo: sotto la sua guida ( si è trovato a fare non solo il presidente ma anche l’ad) non ci sono solo i record numerici che hanno visto i bilanci crescere a due cifre e le presenze al Salone del mobile arrivare a 400mila visitatori, ma anche l’impegno post terremoto in Emilia: la ricostruzione dell’asilo di Finale Emilia, la donazione di una scuola di oltre 2000 metri quadrati. « Se ci mettiamo in gioco e facciamo squadra siamo in grado di far sentire tutto il valore della Federazione » .
La squadra, le alleanze: come quella tra imprese e banche. Per crescere occorre investire e per investire servono i soldi. Orsini si è speso su e giù per l’Italia, interpretando la sua vice presidenza di Confindustria per il Credito, Finanza e Fisco, non solo nel dialogo con il governo e le istituzioni, in Italia e in Europa, per rappresentare la voce delle imprese, vedi le battaglie sulla moratoria dei debiti e su una maggiore liquidità alle aziende, ma anche per favorire il rapporto banche- imprese sul territorio, ascoltando le esigenze delle pmi. Durante il drammatico periodo del Covid si è battuto per il credito alle imprese, ottenendo prestiti per oltre 300 miliardi per 3 milioni di operazioni.
Investimenti, finanza per la crescita, riforma del fisco sono punti centrali anche del suo programma da presidente di Confindustria. Temi da affrontare anche nella Ue, così come energia e green deal, abbandonando le ideologie e ripensando il nucleare. E poi centrale è l’argomento del mercato del lavoro e delle competenze, per ridurre quel divario ormai strutturale tra domanda e offerta. Con una convinzione di fondo: che una leadership efficace debba essere una missione di ascolto e di apprendimento continuo.
Solo impegno e lavoro? Gli spazi per il tempo libero Orsini riesce a ritagliarseli, ama andare in giro in bicicletta con i figli e giocare con i tre labrador, Lucky, Cloe e Brownie. Ma gli calzerebbe a pennello la frase di Steve Jobs: « il tuo lavoro occupa gran parte della tua vita. E l’unico modo per fare un lavoro fantastico è amare quello che fai » .