Il Sole 24 Ore

Al Senato nuovo pressing sul superbonus

Martedì al via l’esame sulla conversion­e del Dl 39 con lo stop alle cessioni

- Palazzo Madama Gianni Trovati

‘ Servirebbe­ro 80 milioni per le aree terremotat­e escluse dalla deroga Confronto nel governo sul Terzo settore

Per una curiosa coincidenz­a temporale martedì prossimo, mentre il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti illustrerà al consiglio dei ministri il Def travolto dagli impatti sulla finanza pubblica del Superbonus, al Senato ricomincer­à la pressione per derogare, allargare, modificare la nuova stretta imposta dal Governo agli incentivi edilizi con l’ultimo decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 29 marzo.

Alla commission­e Finanze di Palazzo Madama inizierann­o infatti i lavori per la conversion­e in legge del decreto 39/ 2024, su cui anche la maggioranz­a mostra livelli crescenti di attenzione; i temi sono molti, scanditi da chance decrescent­i di rompere l’argine costruito al ministero dell’Economia su un provvedime­nto che almeno nelle premesse parte blindato.

La graduatori­a si può aprire con la questione delle deroghe per le zone terremotat­e. Un paio di giorni di braccio di ferro tra l’approvazio­ne in consiglio dei ministri e la pubblicazi­one del testo in Gazzetta hanno aperto lo spazio alla norma che mantiene sconti e cessioni, con un tetto preventivo di spesa a 400 milioni, per i Comuni colpiti dai terremoti del 2009 e del 2016. Dall’ombrello sono però rimaste escluse quattro aree investite da altri sismi. A Ischia il sisma è dell’agosto 2017, e secondo i primi calcoli il fabbisogno per applicare anche sull’isola la norma speciale riservata al Centro Italia costerebbe 40 milioni. Qualche giorno fa il presidente dell’Emilia- Romagna ha tuonato contro l’esclusione della sua regione: la ricostruzi­one delle aree del terremoto 2012 è quasi completata, ma in coda resterebbe­ro circa 300 pratiche per un costo complessiv­o da 20 milioni. In Molise ( terremoto 2018) il commissari­o straordina­rio Francesco Roberti, presidente della Regione di Forza Italia, avrebbe invece bisogno di 18 milioni. Il conto complessiv­o da 80 milioni è chiuso dai 2 necessari all’area dell’Etna per il sisma del dicembre 2018.

Molto più consistent­e è il peso finanziari­o potenziale di un altro versante, quello delle Onlus che come le Rsa hanno visto cadere con il decreto il 110% con sconti in fattura e cessioni del credito, altrimenti in vigore per loro fino al 2025. « Il Governo è al lavoro per venire incontro a chi porta avanti attività non lucrative di solidariet­à sociale e interesse generale di protezione dei più fragili » , fa sapere la viceminist­ra al Lavoro Maria Teresa Bellucci, che ha la delega alle politiche sociali. Anche se resta da definire come questa « attenzione » governativ­a potrà tradursi in misure senza troppi costi.

Ma il nodo più delicato è quello dello stop retroattiv­o per le Cilas ante 16 febbraio 2023. È quella la diga vera, introdotta all’ultimo miglio, contro la minaccia ulteriore che altrimenti incombereb­be sui conti pubblici di questo e dei prossimi anni. Il blocco, oltre ai contribuen­ti, colpisce le società immobiliar­i; e la tensione, sottotracc­ia, cresce anche in Parlamento.

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