Euroclear: i profitti degli asset russi sequestrati appartengono a noi
Parla la Ceo del gruppo che ha in custodia il 70% dei beni di Mosca « congelati »
« Il rischio che noi vediamo è che la Banca centrale russa rivendichi un debito a nostro carico. Questo ( rischio, ndr) è legato al sequestro che può essere fatto dei profitti. Per il nostro modello di business, pensiamo che i profitti appartengono a Euroclear » . Lieve Mostrey è l’amministratrice delegata di Euroclear, il gruppo belga dei servizi finanziari che custodisce oltre 190 dei 260 miliardi di euro di beni russi « congelati » dalle sanzioni occidentali a Mosca. In un suo intervento alla sede romana dell’Istituto affari internazionali, un centro studi, Mostrey ha messo in guardia dalle conseguenze legali e finanziarie dell’ultima proposta della Commissione europea: l’impiego degli interessi guadagnati dalla stessa Euroclear con il re- investimento degli asset russi per finanziare la difesa dell’Ucraina. L’obiettivo di Bruxelles è di incamerare dai 2 a 3 miliardi di euro l’anno, destinandoli per il 90% all’acquisto di armi a favore di Kiev e per il restante 10% alla ricostruzione di un Paese tramortito dal conflitto con Mosca.
Il “prelievo” a favore del governo ucraino dovrebbe iniziare a luglio, in caso di via libera definitivo dei 27, ma c’è chi preme per estenderne la validità anche al 2022 e 2023: un intervento retroattivo che aggiungerebbe l’equivalente di 5 miliardi di euro, secondo le stime di gruppi pro- Kiev citati dalla testata Politico Europe. Il disegno della Commissione è già diluito rispetto al proposito iniziale di mettere mano ai beni russi in toto, ma Euroclear manifesta più di uno scetticismo sulla proposta in ballo. Le insidie evidenziate da Mostrey, parlando al Sole 24 Ore a margine dell’evento, riguardano sia la cornice legale che, appunto, la sostenibilità stessa del modello di business di un gruppo che manteneva sotto la sua custodia 37mila miliardi di dollari al 30 settembre 2023. Dal punto di vista legale, spiega Mostrey, il timore sono i contenziosi legali e le ritorsioni sugli
asset occidentali in Russia: « I rischi sono i contenziosi che stiamo già vedendo - dice Mostrey - Senza contare che deteniamo asset occidentali che possono essere soggetti a contromisure o il pericolo, ad esempio, di attacchi cibernetici » . Dal punto di vista della sostenibilità del modello, Euroclear rivendica i « requisiti addizionali » sul capitale accumulato dai beni russi perché serviranno da cuscinetto contro le cause legali: « Proteggeremo i nostri requisiti addizionali di capitale, quello che deriva da questa situazione particolare, perché ci servirà a fronteggiare gli eventuali contenziosi - sottolinea Mostrey - Siamo di fronte a diverse incognite »