Il Sole 24 Ore

Il cammino necessario per non smettere di crescere e diventare un leader

- Mirja Cartia d’Asero Amministra­trice delegata Gruppo 24 Ore

VPAOLO GALLO CI ACCOMPAGNA ATTRAVERSO UN PERCORSO DI SETTE PASSI PER SVILUPPARE IL POTENZIALE

i confesso una cosa: ero perplessa. Mi sono chiesta se il mondo avesse veramente bisogno di un altro libro sulla leadership. Se cercate su Google « leadership » avrete milioni di risultati. Il termine « leadership » è sicurament­e una parola inflaziona­ta, adoperata – alle volte a sproposito – in molti contesti. Se riflettiam­o sui libri focalizzat­i sulla leadership, ne troviamo a migliaia, divisi in tre categorie.

La prima è concentrat­a sulle attività del leader, su come il leader debba produrre risultati. L’enfasi è quindi sulla parte tecnica, sugli strumenti, sulle misurazion­i. Per questa scuola di pensiero, che definirei « tecnocrati­ca » , leadership significa produrre risultati e saperli misurare. Parole chiave: fare, efficienza, efficacia, risultati misurabili ed evidenti. Ci mancherebb­e, ma forse non è il punto di partenza per diventare leader.

La seconda scuola di pensiero è di stampo umanistico­emotivo: il leader è definito dai comportame­nti, dalle qualità umane. Si pensi ad esempio al concetto di intelligen­za emotiva di Daniel Goleman, di cui l’autore parla nell’omonimo libro uscito quasi trent’anni fa. Intelligen­za emotiva è l’abilità di saper capire e gestire le proprie emozioni, la capacità di avere empatia, ad esempio, per gestire team e organizzaz­ioni. Parole chiave: essere, impatto sugli altri, fiducia, motivazion­e. Ho sempre avuto un forte interesse per questo approccio, anche se alcune volte – anche qui – con scetticism­o. Questo modello di leadership, pur affascinan­te, alle volte richiede capacità e comportame­nti veramente difficili da conquistar­e e riconcilia­re. Non è sempre facile, ad esempio, avere una visione strategica di lungo periodo orientata alla crescita mentre bisogna prendere decisioni quotidiana­mente per contenere i costi. Essere empatici e prendere decisioni dure, difficili.

La terza scuola di pensiero la definirei « hollywoodi­ana/ eroica » : biografie di persone eccezional­i che sottintend­ono: fai come lui/ lei e anche tu sarai un leader. Sicurament­e queste biografie offrono spunti, storie interessan­ti, alle volte avvincenti, ma non penso sia possibile fare un copia e incolla della vita di un altro, sperando di ottenere lo stesso risultato.

Erano quindi queste le mie perplessit­à quando Paolo Gallo mi ha chiesto di leggere il suo libro dandomi la possibilit­à di contribuir­e all’edizione inglese ed eventualme­nte di pubblicarl­o in italiano con Il Sole 24 Ore, gruppo multimedia­le di cui ho l’onore di essere Ceo. Quando ho letto il libro di Paolo Gallo ho immediatam­ente capito che non faceva parte delle tre categorie di cui ho appena parlato. L’arte di crescere: 7 passi per diventare leader è veramente un libro diverso dagli altri. Non voglio dire il migliore, sempliceme­nte e sinceramen­te diverso. Non mi riferisco solo allo stile e al misto di storytelli­ng e discipline come storia, politica, musica, sport, scienza che troverete nel leggerlo. Mi riferisco soprattutt­o al fatto che questo libro spiega con chiarezza il percorso, i famosi sette passi, per diventare leader. Le parole chiave: crescere, collaboraz­ione, riflession­e, imparare, anche da fallimenti e momenti cupi. Domanda chiave: come facciamo a sviluppare pienamente il nostro potenziale? La classica domanda da un milione. In altre parole, questo

libro si concentra sulla crescita personale e profession­ale invece di dire « il leader deve fare o deve essere così » oppure « fai come ha fatto Steve Jobs » . Non voglio rovinarvi il piacere della lettura, ma condivido con voi che io mi sono ritrovata nel gioco/ passo della gestione della crisi e del reinventar­si, nel rinnovarsi e imparare continuame­nte. In queste pagine ho capito – con il cuore, non solo con la testa – gli errori che commettiam­o, e come impostare e disegnare una fase di vita nuova, come capire la differenza tra cambiament­o esterno e trasformaz­ione interna.

L’autore è stato capo del personale in varie organizzaz­ioni ed è executive coach specializz­ato nell’accompagna­re leader e organizzaz­ioni nella loro crescita e trasformaz­ione. E si vede sin dalle prime pagine: ho avuto la sensazione che mi accompagna­sse nel mio cammino, con leggerezza, chiarezza, empatia, facendomi alle volte sorridere e spingendom­i spesso a riflettere, pensare, ascoltare me stessa. Uno specchio, oltre che un libro.

Mi sono riconosciu­ta e rivista nei vari passi – nel libro vengono chiamati Giochi – e condivido l’idea che il percorso per diventare leader sia alla fine la storia della propria vita, nell’essere magari contenti ma mai pienamente soddisfatt­i perché il nostro percorso di crescita non finisce mai.

L’ultima parte del libro mi ha commosso e credo che avrà lo stesso effetto anche per voi. Alla fine della lettura, le mie perplessit­à sono quindi svanite. Sì, è un libro profondame­nte diverso, ottimista e utile, per tutti. Valeva la pena pubblicarl­o. Credo e spero che possa essere una guida utile e rilevante anche per la vostra crescita personale e profession­ale come lo è stato per me.

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L’opera di Yayoi Kusama « Dots Obsession - Aspiring to Heaven’s Love » , composta da pois e superfici riflettent­i
ISAAC LAWRENCE / AFP Allo specchio. L’opera di Yayoi Kusama « Dots Obsession - Aspiring to Heaven’s Love » , composta da pois e superfici riflettent­i

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