Modelli di gestione da estendere ai gruppi
Si apre la strada per l’ammissione nei tax control framework
L’Osservatorio Tcf della Protiviti Tax Lounge, giunto alla sua quarta edizione, mostra un’inarrestabile marcia verso una gestione strutturata dei rischi fiscali, a beneficio di un più solido sistema di controllo interno e di gestione dei rischi e, per coloro che ne hanno i requisiti, verso l’ingresso al regime di adempimento collaborativo.
I risultati dell’indagine di quest’anno, condotta in collaborazione con Afi ( Associazione fiscalisti d’impresa) e la Fondazione dei dottori commercialisti di Milano, mostrano numerosi ed interessanti trend. In particolare, dal punto di vista operativo di chi il tax control framework lo vuole e lo deve disegnare, implementare e gestire, la principale tendenza è rappresentata dal « Modello di Gruppo » .
Da tempo i tax risk manager/ officer e i direttori fiscali si confrontano con modelli Tcf che rappresentano rischi e controlli a livello di singola “legal entity”, quando nella realtà le organizzazioni operano secondo modelli di business di gruppo e processi trasversali.
Su questo tema, la delega al Governo per la riforma fiscale ha previsto l’estensione dell’accesso al regime di adempimento collaborativo alle società prive dei requisiti di ammissibilità che tuttavia appartengono ad un gruppo di imprese, declinato poi come consolidato fiscale nazionale.
Il perimetro non è però equivalente a quello del “gruppo” comunemente inteso, ma trattasi di un iniziale e molto importante allineamento alle esigenze gestionali delle organizzazioni.
In questo senso, i risultati dell’Osservatorio 2024 rivelano quanto sia sentita dalle aziende italiane l’esigenza di estendere i modelli di gestione dei rischi fiscali oltre i confini di singola società: i numeri mostrano che il 76% dei rispondenti che già hanno un tax control framework lo hanno esteso a tutte o ad alcune società italiane del gruppo; il 21% addirittura ad alcune estere.
Coloro che hanno avviato o intendono avviare un percorso di estensione del Tcf alle società estere del gruppo ( pari al 37% dei rispondenti), lo fanno con l’obiettivo prevalente di diffondere la cultura di tax compliance all’interno dell’organizzazione ( 88%), per governare maggiormente i rischi ( 70%) e a beneficio di una più chiara definizione dei ruoli e delle responsabilità ( 65%).
Non da ultimo, il 53% ha intrapreso o intende intraprendere un percorso di estensione internazionale del tax control framework allo scopo di presentare istanza di adesione ai regimi di cooperative compliance dei Paesi esteri in cui opera; il 47% per prevenire rischi reputazionali e il 41% per mitigare le sanzioni.
Non ci resta dunque che attendere ( a breve) il testo degli atti secondari e le prossime interlocuzioni con l’agenzia delle Entrate per comprendere se e quanto la dimensione di “gruppo” sarà – nella pratica - effettivamente ammessa come prioritaria nei tax control framework funzionali all’ammissione al regime di adempimento collaborativo.