Perché sarebbe utile creare una banca digitale del territorio
Il fatto nuovo che rende concreta la proposta di creare una “Banca Digitale del Territorio è l’irrisolta domanda di assistenza per l’innovazione da parte delle piccole e medie imprese che costituiscono la maggior parte del tessuto produttivo del Paese. L’innovazione rappresenta la chiave dello sviluppo per le imprese tanto che pure il recente codice dei contratti pubblici detta una disciplina speciale per i contratti innovativi in cui pubblica amministrazione e imprese, superando il tradizionale dualismo, sono chiamate e a progettare e costruire insieme i servizi da fornire ai cittadini. In questo quadro è assolutamente necessaria la generazione di un “modello digitale di banca” somministrabile sui Territori, “come una volta”, con il dialogo personale e costante. Un modello di banca in grado di accompagnare le piccole imprese non solo sotto il profilo finanziario ma anche sotto quello della conoscenza dei mercati di riferimento. Non a caso la normativa in tema di partenariati pubblico privati richiede, tra i requisiti di ammissione, l’asseverazione bancaria della sostenibilità finanziaria del progetto proposto.
In vigenza delle norme bancarie UE il vantaggio competitivo è delle BCC e delle piccole banche. Un obiettivo serio sarebbe recuperare l’errore italiano, non accaduto in Germania, della sparizione delle Casse di Risparmio, vero tessuto connettivo che faceva partorire l’originale “Made in Italy “ovunque negli allora oltre 8000 Comuni. Viviamo l’economia digitale dal 2001 da quando l’Italia, primo Paese al Mondo, si dotò dell’infrastruttura di telecomunicazioni 3G/ UMTS . Da allora l’impatto sulle organizzazioni aziendali di ogni dimensione e settore produce effetti ogni anno. Condizione operativa a zero confini, accesso in mobilità ai dati, reputazione digitale, patrimonio digitale, bilancio della Comunicazione, diritto digitale, codice dell’amministrazione digitale sono diventate le competenze interdisciplinari indispensabili per la governance. Ogni Territorio dispone per i servizi pubblici di “urbanizzazione “di multiutilities che hanno “a catasto” pressoché tutta la platea dei residenti. Lo Stato mette a disposizione istituti finanziari e di analisi dotati di strumenti di analisi, di rating per affrontare e sostenere con misure ed interventi le filiere produttive, le ristrutturazioni delle infrastrutture, la competitività del Sistema Paese. Anche il tema del passaggio generazionale è strategico. Tutto vero ma tutto ancora drammaticamente percepito lontano, complesso e vissuto come burocrazia. Cosa fare? Creare una banca di sistema per il Territorio e la sua connessione semplificata. Si può fare? Perché no? I criteri patrimoniali bancari esistenti sconsiglierebbero l’intrapresa di una nuova banca ex novo ma il sistema esistente può trovare una sua evoluzione sociale utilizzando le competenze “contemporanee”.