Tre sfide cruciali per fermare il crescente disordine
LIL RILANCIO DELLA CRESCITA, IL PESO A LIVELLO GLOBALE, IL RAFFORZAMENTO DEL PROCESSO COMUNITARIO
a cifra del nostro tempo è l’incertezza. In effetti la « terribile sequenza di crisi » – la grande crisi finanziaria, la crisi del debito sovrano, il Covid- 19, l’invasione russa dell’Ucraina, il conflitto in Medio Oriente – oltre ai sintomi di deterioramento del quadro macroeconomico, tra cui l’accelerazione dell’inflazione, hanno rimesso in discussione la sostenibilità di un modello di crescita ora da riformare. E l’Europa che tra breve andrà al voto si trova ad affrontare sfide epocali, in un tornante della storia in cui si assiste alla fine degli equilibri stabiliti dopo la Seconda guerra mondiale. Paolo Guerrieri e Pier Carlo Padoan, nel loro ultimo libro scritto per Laterza dal titolo Europa sovrana. Le tre sfide di un mondo nuovo, si soffermano sul « crescente disordine » che caratterizza le relazioni tra le maggiori economie e le diverse aree del globo. Nel mare magnum della competizione globale, alle prese con la doppia sfida della transizione climatica e digitale, ecco che l’Europa appare « come una nave in balia dei flutti e divisa » . Così com’è strutturato il sistema europeo « non può funzionare » . Troppo lunghi e complessi i meccanismi decisionali, eccessive le « lungaggini burocratiche e amministrative » . Se si sta fermi, ci si blocca, e la conseguenza più immediata sarebbe « la crescente marginalizzazione dell’Unione fino a un definitivo crollo del disegno europeo » . Occorre procedere in fretta verso il superamento della regola dell’unanimità, per passare al voto a maggioranza qualificata in determinati campi e aree di comune interesse per la crescita e sicurezza dell’Europa. Servono poi più risorse comuni. Impensabile affrontare sfide così complesse con un bilancio dell’Unione pari a circa l’ 1% del reddito nazionale lordo complessivo dei 27 Stati membri, per giunta poco flessibile. La prima sfida riguarda la necessità per l’Europa di rilanciare un cammino di crescita economica sostenibile « da troppi anni smarrito » . La seconda attiene al consolidamento della presenza internazionale dell’Unione Europea « per competere con i principali attori, Stati Uniti e Cina in primis » . Infine, la terza sfida riguarda il rafforzamento del processo di integrazione, « ovvero la possibilità di sviluppare politiche comuni attraverso una difesa e una fiscalità condivise » . Ma siamo ancora in tempo per invertire la rotta? Il passaggio a una « Europa sovrana » può limitarsi a cessioni progressive di pezzi di sovranità nazionale, oppure occorre puntare più in alto se si considera – come si legge nell’introduzione – che è venuto a mancare un quadro di governance in grado di fornire un riferimento stabile e le relazioni economiche sono diventate la principale arena di competizione tra le due superpotenze, Stati Uniti e Cina, « e rischiano sempre più di essere armate ( weaponized) » ? Nel libro si passano in rassegna le diverse fasi del processo di integrazione europea verso un assetto che potremmo definire sovrano, e vengono suggerite iniziative e politiche in vari campi perché l’Ue possa divenire più competitiva, autonoma e sicura rimanendo un sistema aperto. Non vi è dubbio che nella legislatura che va a concludersi, sulla spinta dell’emergenza, si siano registrate svolte prima impensabili, come il finanziamento di Next Generation EU attraverso l’emissione di debito comune, il programma Sure, la sospensione fino a tutto il 2023 del Patto di stabilità ora riformato con nuove regole la cui portata è tutta da verificare sul campo e l’allentamento delle regole sugli aiuti di Stato. Ma ora, a fronte del riemergere di spinte queste sì sovraniste, quando il percorso verso una maggiore integrazione è tutto da ridefinire, non si rischia di far naufragare nel mare di una competizione non regolata l’ambizione verso un’Europa che punti diritto sulla crescita trainata dagli obiettivi di fondo della transizione ambientale e digitale? Come evitare il rischio della « stagnazione secolare » ? Un ruolo fondamentale lo giocherà il rafforzamento del Mercato unico europeo, a partire dai servizi sia alla produzione che al consumo. Occorre completare l’unione bancaria, e l’unione del mercato dei capitali, procedendo al tempo stesso verso la costruzione di « una capacità fiscale centralizzata che sia di complemento al Patto di stabilità e possibilmente a una nuova versione del Programma di resilienza e ripresa » .